Nei giorni scorsi i due yacht ormeggiati davanti la nostra città, fuori dal porto, ci hanno rinnovato una visione divenuta ormai abbastanza frequente. E ci hanno rinnovato anche l’amara consapevolezza di come nella nostra città nessuno si sia mai curato di progettare e realizzare investimenti in infrastrutture al servizio della zona portuale, e in particolare di quella che accoglie le imbarcazione da diporto.

Le grandi barche da diporto, quelle del turismo più danaroso per intenderci, non possono e neanche sono invogliate ad ormeggiare in porto per tutta una serie di motivi. Innanzitutto il fondale troppo basso, che risulta inaccessibile a barche oltre i 25/30 metri. Occorrerebbe la dragatura dei fondali, ma nessuno ci pensa. E poi c’è la mancanza di tutta una serie di infrastrutture e servizi, particolarmente utili o necessari alla nautica da diporto che arriva da fuori.

L’ipotetico completamento del prolungamento della banchina nord, che pure rappresenta un investimento sostanzioso, risanerà la zona di Gaie di Garaffe ma non cambierà di molto la capacità ricettiva per il diporto, perché lì la profondità del fondale è di appena due metri.

E poi, ancora, il porto di Sciacca è molto esposto al vento di libeccio, e occorrerebbe proteggerlo con la realizzazione di un ulteriore molo.

Il piano regolatore del porto giace invece dormiente in qualche cassetto dell’ufficio tecnico, nessuna amministrazione ha finora trovato la forza di lavorarci per renderlo operativo.

Così quello di Sciacca rimane, romanticamente, un porto quasi esclusivamente peschereccio, peraltro con tanti problemi anche in questa veste, con due realtà nell’ambito della nautica da diporto (Lega Navale e Il Corallo) che fanno al meglio solo ciò che è possibile fare.

A questo punto ci chiediamo per la seconda volta, sperando di ricevere dall’amministrazione comunale una risposta chiara, cosa si attende a pretendere dall’Autorita’ di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale la presa in carico del porto di Sciacca.

Una presa in carico formale e sostanziale che non è mai avvenuta da quando il porto di Sciacca è entrato per forza di legge nella rete gestita dalla predetta Autorità e che dovrebbe a questo punto essere il presupposto utile e indispensabile per progettare uno sviluppo del porto di Sciacca, sotto il profilo sia peschereccio che di diporto, ammesso che la politica abbia la capacità e la volontà di attenzionare possibili investimenti infrastrutturali in un ambito (turismo e pesca) realmente importante e strategico per lo sviluppo economico della nostra città.

Un pensiero su “Quel porto di Sciacca, così malmesso…”
  1. È vero, è verità, un grande peccato che nessuna amministrazione e nessun politico di questa nostra bella cittadina si interessa. Tutto dorme, mentre passano gli anni e nessuno smuove una pietra. Povera nostra Sciacca .

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