È un documento di particolare importanza sociale, politica ed economica quello con il quale Confcommercio Agrigento, a firma del presidente, Giuseppe Caruana e del responsabile area urbanistica – distretto di Sciacca, Mario Di Giovanna, intervengono oggi sulla questione della costruzione di un parco commerciale in località Tabasi, valutando le metodiche con cui si sta arrivando ad essa e lamentando l’assenza di una adeguata concertazione preventiva.

Il documento è abbastanza lungo ed articolato, ragion per cui lasciamo spazio al suo contenuto, che affronta aspetti di primaria importanza nell’ottica del futuro sviluppo economico della città.

Un nuovo parco commerciale come quello in progetto di cui apprendiamo da fonti giornalistiche la ripresa dell’iter relativo all’autorizzazione, quando realizzato ed a pieno regime avrà di certo un forte impatto sul tessuto socio-economico della nostra Città, che registra già da diverso tempo difficoltà e criticità sul piano dello sviluppo commerciale, come testimonia la diminuzione delle attività cosiddette di vicinato soprattutto nel centro storico, così come una costante diminuzione della popolazione e un progressivo invecchiamento della stessa.

Ma Sciacca è dotata di un piano commerciale? questo strumento è in linea con l’attuale fotografia della nostra città?
Per raggiungere la meta di reale città turistica Sciacca ha bisogno di nuove mega strutture commerciali allocate in zone periferiche con tale imponenti dimensioni?
Sono stati fatti degli studi per comprendere l’impatto sul tessuto commerciale esistente e sulla conseguente desertificazione che ne potrebbe conseguire?

Domande lecite che ci pervengono dai nostri associati. Magari la risposta e sì.Ma vorremmo esserne consapevoli e acquisire le informazioni che ad oggi ci sono negate e che saranno negate alla città intera.
Da fonti giornalistiche, si apprende che il TAR Sicilia, il 07 giugno scorso ha chiarito che il commissario ad acta, che apprendiamo essere stato nominato già da diversi mesi, non dovrà limitarsi a proporre la deliberazione di tale atto al Consiglio Comunale, ma che rientra tra i suoi compiti anche quello di intervenire in via sostitutiva in luogo dello stesso consiglio. Quindi Ufficio comunale preposto commissariato, Giunta comunale commissariata, Consiglio comunale commissariato.

Complessivamente l’entità del fatto gravissimo, non può che destare ulteriore forte preoccupazione da un lato e delusione dall’altro e non solo al comparto commerciale che rappresentiamo, ma per la comunità tutta.
Di certo, viene meno l’apporto di competenze e organi istituzionali, tra cui il Consiglio comunale che è quello maggiormente rappresentativo dei cittadini, e viene meno il dibattito che tale argomento avrebbe dovuto fisiologicamente innescare nella nostra comunità.

Siamo in una fase in cui da diverso tempo assistiamo ad un costante indebolimento del tessuto sociale ed economico e conseguentemente del comparto commerciale, uscito (ma non del tutto) dall’incubo Covid con ferite profonde, con conseguenze che stiamo ancora oggi pagando (e chissà ancora per quanto tempo), attingendo alle nostre risorse umane ed economiche, alla nostra resilienza, alla nostra testardaggine, alla nostra voglia di vivere e lavorare nella nostra terra.

Imprese e imprenditori ai quali si dovrebbe garantire un facile raggiungimento dei luoghi di lavoro, promuovendo e riqualificando percorsi urbani a misura d’uomo (e non delle auto) e servizi annessi, al fine di evitare la desertificazione in atto di attività e dei centri abitati. Di ciò nulla all’orizzonte, mentre si palesa con ogni probabilità il compimento di un nuovo complesso in c.da Tabasi, il cui impatto sull’intero tessuto commerciale della città avrà comunque delle ripercussioni.

Un solo dato: lo studio fatto dalla società TradeLab per conto dell’Istituto Regionale di Ricerca della Regione Lombardia, certifica che la nascita di un centro commerciale impatta con un risultato compreso tra 1 e 6 punti vendita in meno ogni 1.000 mq di superficie della nuova struttura. Tutto a danno degli esercizi di vicinato, che rappresentano la parte competitivamente più debole della rete distributiva.
Guardiamo con attenzione allo sviluppo del nostro territorio, ben vengano nuove iniziative, nessun pregiudizio, nessuna preclusione ad imprenditori che svolgono il loro lavoro, ma abbiamo anche il dovere di tutelare l’esistente.

Purtroppo l’esclusione dal dibattitodei rappresentanti dei cittadini così come dei cosiddetti corpi intermedi, oltre che degli organi istituzionali preposti, non può essere accettato, e ci porta a chiedere cosasia accaduto. Vogliamo chiarezza.
Ma sappiamo anche che non si ci può rassegnare davanti a tale situazione, serve promuovere un immediato dibattito pubblico sia sull’argomento che su quello che si deve fare per controbilanciare e rendere appetibile anche la proposta commerciale/turistica esistente, che oggi non lo è per mancanza di visione e di atti consequenziali.

Si puntualizza che in riferimento al “procedimento per l’approvazione di interventi per la nuova costruzione del parco commerciale in località Tabasi”, come Delegazione Comunale di Confcommercio abbiamo chiesto, il 05 maggio scorso, al Sindaco la sua disponibilità ed organizzare un incontro con l’amministrazione comunale per un confronto sulla questione e su altro tema, quello dei parcheggi in città, sempre nell’ottica di poter essere al fianco degli operatori economici ritenendo indispensabile un dialogo in tal senso. Ad oggi sui punti nello specifico si attende ancora di essere convocati, malgrado alcune interlocuzioni con il Sindaco che aveva dato sua disponibilità, ed in tal senso attendiamo fiduciosi.

Oggi più che mai serve un atteggiamento propositivo e disponibile al dialogo, per ri-appropiarci del dibattito, su un tema così importante per l’intera comunità di Sciacca.
Serve superare l’atteggiamento inerme che ci ha portato ad una situazione di totale esclusione nelle procedure che riguardano il dibattito previste dalle normative di riferimento (vedi tavoli tematici e conferenze di servizio) per la realizzazione di tali progetti.

In tal senso ci appelliamo al Commissario ad acta nominato, ancorché si possa completare la procedura attivando la “conferenza di pianificazione” prevista dall’art. 32 della legge Reg. 19/2020 relativa agli accordi urbanistici ed alle procedure di indirizzo avviando tale procedimento preventivamente, prima di ogni altro atto.
Tuttavia è necessario da subito intervenire su alcuni improrogabili punti, che vengono individuati in ultimo nel documento ultimo scorso inviato all’AC che riguarda in sintesi il miglioramento dei servizi parcheggi in città, la riqualificazione urbana compreso il suo decoro, lo sviluppo turistico compreso tutti i mancanti regolamenti di riferimento che ne agevolano il percorso, la viabilità e la pedonalizzazione di alcune aree, la sicurezza.

Sciacca come la quasi totalità delle medie città italiane, in questa fase post pandemica, vive quella che viene definita “desertificazione urbana e commerciale”, tant’è che negli ultimi 10 anni, la densità commerciale è passata da 9 a 7,3 negozi per mille abitanti (un calo di quasi il 20%) un processo di riduzione di offerta commerciale che autorizza a paventare un vero e proprio “rischio di desertificazione”. Per evitare gli effetti più gravi di questo fenomeno, per il commercio di prossimità non c’è altra strada che puntare su efficienza e produttività anche attraverso una maggiore innovazione e una ridefinizione dell’offerta che passa attraverso i servizi offerti e la capacità di accoglienza necessaria.

Per completezza si ricorda che alcuni studi evidenziano che il disagio sociale di una collettività non dipende esclusivamente da condizioni economiche individuali, ma ha forti legami con il contesto in cui si lavora e si vive: la densità commerciale, eventualmente ridotta o decrescente ha impatti rilevanti sul disagio sociale. La desertificazione commerciale non riguarda solo le imprese, ma la società nel suo complesso perché meno servizi, significa meno vivibilità e sicurezza. Occorre accelerare la riqualificazione urbana con il coinvolgimento delle parti sociali.

Il nostro auspicio è che si cambi rotta al più presto contestualmente con il nostro appello che rivolgiamo all’amministrazione comunale ed al consiglio comunale tutto, con l’obiettivo di condividere o quantomeno essere partecipi e consapevoli dei processi in seno alla macchina amministrativa, per dare seguito a quelle buone intenzioni più volte rilanciate e ribadite a parole di condividere con la città le decisioni importanti al fine di coinvolgere nel miglior modo possibile il tessuto socio-economico e produttivo della nostra città.

Un pensiero su “Comfcommercio Agrigento: NO alla desertificazione urbana e commerciale di Sciacca”
  1. A tal senso inviterei i propetari di negozio obsoleti del centro storico ad abbassare i prezzi non è possibile chiedere x garaci ammuffiti 1000€ al mese siamo fuori mercato…

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