Il carnevale dei bambini era una vera istituzione nel Carnevale di Sciacca degli anni 50. Si svolgeva al Giannettino, all’interno del quale veniva allestita una passerella su cui sfilavano i bambini in maschera. Possiamo dire che a quel tempo, in cui non era ancora esploso il Carnevale con i gruppi mascherati, noi bambini eravamo protagonisti con i costumi che ci preparavano le mamme e qualche amica sarta. Erano costumi semplici, ma rifiniti alla perfezione. Ogni mamma ci teneva tanto a vestire i figli. Lo faceva secondo il suo gusto, democraticamente, senza chiederlo a noi. Ma noi eravamo felici di indossare quel costume da principi e principesse, dame e cavalieri, burgise e burgisi, fatine e maghi, dottori, pierrot, arlecchini e clown. E aspettavamo il giorno della sfilata, in cui ci saremmo confrontati con gli altri bambini, in una gara che avrebbe visto un vincitore ad assicurarsi il regalo più bello.

L’orchestra Cicino intonava dei motivetti accattivanti e allegri come “la raspa”. Emilio Paladini, elegantissimo , ci faceva dire il nostro nome e la fatidica domanda :” Come sei vestito/a?” Noi, emozionatissimi, rispondevamo a monosillabi e la gente applaudiva il nostro incedere traballante sulla passerella. Questo personaggio è rimasto impresso nei miei ricordi di bambina, come il principe di una bella fiaba. Era distinto, elegante, simpatico. Ma non era solo un presentatore. Era un uomo d’ingegno.

Eccolo qui, Emilio Paladini, il secondo da sinistra in alto(quel signore con il basco). In questa foto con lui ci sono Accursio Miraglia e i fratelli Russo, Ignazio e Calogero. Tutti e tre questi personaggi sono stati protagonisti dei Carnevali dei primi del Novecento. Grazie alla titanica ricerca di Pippo Verde, nella sua utilissima opera “Cannalivari”, abbiamo testimonianza della loro attività, come carristi e copionisti. Accursio Miraglia con il carro “Bacco” nel 1927 e nel 1929 con il carro “Le maschere e il mondo”. Emilio Paladini compare nel 1948 nel carro “Leon Sicania” di Calogero Amico come copionista insieme a Vincenzo Licata. Da allora in poi, la sua presenza rimane costante nei Carnevali degli anni 50. Famoso il suo copione del carro “Monteciborio” o “Lu scecu”di cui compose l’inno con Giuseppe La Rosa 

( da lì sarebbe nata l’idea di una maschera del Carnevale di Sciacca che, fu poco dopo, Peppe Nappa) e quello di “Biancaneve e i sette nani” del carrista Lillo Assenzo. E’ del 1953 quello, in collaborazione con Ignazio Russo, per il carro” Luci della ribalta”. Nel 54, con Ignazio La Bella scrive il copione del carro “Gli dei al Carnevale di Sciacca” ovvero” Il concilio degli dei” di cui scrive anche l’inno insieme a Vincenzo Di Leo. Da quell’anno, non compare più il suo nome tra gli operatori del Carnevale, ma continua la sua attività di giornalista. Grande personaggio, Emilio Paladini, mitico, come tanti che fecero grande la nostra festa. Mi fa piacere averlo ricordato ai miei coetanei che sicuramente lo apprezzavano quanto me.

Il complesso monumentale dell’ex Convento di San Francesco all’interno del quale c’era il Giannettino

Ringrazio la signora Luisa Fazio, la cui mamma, Rosa Paladini, era sorella di Emilio, per avermi fatto avere questa foto. Ringrazio altresì alcuni amici che si sono prodigati per questo contatto : Giovanni Tagliavia e Antonietta Garaffa. Un sentito grazie a Pippo Verde alla cui opera “Cannalivari” ho attinto per le notizie sui personaggi in oggetto.

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