Avevamo ragione. In solitudine e non ascoltati. Ma, lontano dall’inorgoglirci, questa constatazione ci conferma che la nostra città corre il rischio, ancora una volta, di rimanere vittima della sua abituale pigrizia civica, della sua incapacità a mobilitarsi per il bene comune di un territorio a cui dovrebbe invece fare da traino.

Facciamo seguito all’articolo di ieri sulla riunione svoltasi in assessorato a Palermo sull’Ospedale di Ribera, per osservare come ormai da mesi avevamo lanciato l’allarme dalle pagine di questo giornale: non ci piaceva la piega che stavano prendendo le cose nella dinamica della questione ospedaliera, avevamo detto a chiare lettere quanto fosse preliminarmente indispensabile chiarire e sciogliere il nodo del rapporto tra i presidi ospedalieri (al momento riuniti) di Sciacca e Ribera alla luce delle istanze portate avanti con forza dalla comunità riberese, avevamo messo nero su bianco il possibile rischio (normativa alla mano) che sul territorio del distretto di Sciacca sarebbe potuto scaturire dalla strategia riberese finalizzata a riottenere un Pronto Soccorso a piena operatività e funzionalità, con i necessari annessi e connessi: il rischio, ribadiamolo, che qualificando la struttura di Ribera come un “ospedale di zona disagiata” oppure come un “ospedale sede di pronto soccorso” si potrebbe innescare un meccanismo di declassamento dell’ospedale di Sciacca, che senza il versante riberese non avrebbe più la base numerica di popolazione prevista dalla normativa vigente per continuare ad essere inquadrato come DEA di primo livello e quindi ad aver diritto a determinate funzionalità di livello superiore.

Siamo stati per mesi voce inascoltata nel deserto del silenzio generale, le nostre domande sull’argomento non hanno mai ricevuto alcun tipo di riscontro da parte di chi aveva il dovere di fornirlo.

Inaspettatamente, invece, questo aspetto del problema è venuto fuori nella riunione palermitana in assessorato Sanita’ che ieri, su iniziativa del fronte riberese, avrebbe dovuto consacrare il riconoscimento del Fratelli Parlapiano come ospedale di zona disagiata attraverso la richiesta da inoltrarsi al Ministero della Sanità e fatta propria dal governo regionale e dal suo nuovo assessore Giovanna Volo.

Abbiamo voluto capirci ancor meglio, andando oltre le poche parole, peraltro già ampiamente rivelatrici, contenute nella nota stampa finale dell’on.le Margherita La Rocca, e abbiamo per questo sentito anche un componente del nutrito staff dell’assessorato regionale alla Sanità presente alla riunione.

Abbiamo avuto conferma del fatto che, anche ben oltre quanto riferito nella nota stampa dell’on.Le La Rocca, nel corso della riunione è stato evidenziata con assoluta chiarezza la possibilità e il rischio concreto che l’archiviazione degli “Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera” determini anche la perdita dell’inquadramento come ospedale DEA di primo livello, con relativo declassamento della struttura ospedaliera di questo livello oggi presente nel distretto di Sciacca

Questo inatteso passaggio della riunione è stato come un terremoto che ha rimesso tutto in discussione, nella questione ospedaliera si è improvvisamente inserita una variabile inattesa, che rischia di rimettere in ballo giochi e interessi che sembravano già fatti. Una variabile di possibile verità sulla quale è stato richiesto di fare chiarezza (ma ciò sarà possibile? affidabile?), ammesso che si possa far chiarezza su qualcosa che si inserisce in quel contesto di assoluta attualità fatto di progressivo smantellamento del sistema sanitario pubblico nazionale, nel quale in tutta Italia i Pronto Soccorso e interi ospedali vengono purtroppo chiusi e in questo lembo di Sicilia pensiamo invece, a torto o a ragione, di poterne avere due a stretto contatto di gomito.

Molto adesso dipenderà dall’Assessore Volo e dal nuovo governo regionale e l’unica speranza che possiamo nutrire è che le valutazioni vengano fatte unicamente in base al bene comune rappresentato dal diritto alla salute e alla buona sanità della popolazione.

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