Scriviamo questo articolo dall’interno del Pronto Soccorso dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, ore 18 di un normalissimo sabato in una ordinaria situazione di “sotto organico”. C’è in servizio un solo dirigente medico, manco fossimo in una guardia medica di uno sperduto paesino.

Nella grande sala d’aspetto c’è molta gente in attesa, contiamo 25 persone, altre sono all’esterno. L’avviso affisso sulla porta che dà accesso al vero e proprio reparto di terapia d’urgenza recita:

La guardia giurata che regola gli accessi e che protegge il personale sanitario da eventuali attacchi d’ira degli utenti meno pazienti è molto attiva e zelante, sembra un vigile urbano che regola in intenso traffico, meno male che c’è lui. Gira voce che all’interno i tempi di attesa per essere visitati dall’unico medico siano di alcune ore (dobbiamo ritenere tranne che per eventuali codici rossi)

Ci informiamo come mai non funzioni l’ormai famosa suddivisione tra i pazienti codici banco e verde da una parte e gli altri codici (quelli più gravi) da un’altra parte: insomma, quella ripartizione post triage che dovrebbe garantire (e in affetti garantisce) maggiore funzionalità al Pronto Soccorso saccense.

Veniamo a scoprire che questa importante novità operativa è in funzione solo durante mattinata, sempre per mancanza di personale… Alla faccia della grande novità organizzativa.

Improvvisamente una delle signore in attesa inizia a dire che si sente male e che sta svenendo, il marito minaccia ad alta voce di chiamare i carabinieri, la signora ha fatto il triage due ore prima, bussano insistentemente alla porta a vetri, arriva la guardia giurata con due infermieri e prontamente la portano dentro, sembra svenuta. Un abbassamento di pressione?

Nella sala d’attesa le battute tra l’ironico e lo sconsolato non mancano:

“ora chi ti chiamanu…lu dulure ti passau” “ e chi ti lamenti, ci su cristiani che aspettano dall’otto di stamattina”

Poco dopo un paziente in attesa se la prende con la guardia giurata… che ovviamente non c’entra nulla…

“Qui ci vuole l’avvocato per tutti”… dice una signora, vado ad Agrigento e faccio un esposto per mancata assistenza le fa eco un signore che va via dalla sala d’aspetto.

Insomma, niente di più di un normalissimo sabato di Pronto Soccorso a Sciacca, con un solo medico in servizio. Ci assicurano che si è visto molto di peggio…

4 pensiero su “UN NORMALISSIMO SABATO IN PRONTO SOCCORSO A SCIACCA…”
  1. Se non ci scappa il morto nella sala d’attesa Non abbiamo speranza che qualcosa cambi. Solo con un morto si potranno accertare le responsabilità organizzative, così come è avvenuto a Napoli.
    Perché è ovvio che le responsabilità non potranno essere solo dell’unico medico. Il triage dei codici verdi e bianchi è un’ottima cosa e va effettuata H24. S possonoi utilizzare i medici di famiglia a fare questo tipo di triage.
    E poi la sanità saccense andrà sempre peggio se continuiamo ad essere all’interno della Asp di Agrigento.

  2. Complimenti al giornalista Antonino Porrello ed alla testata giornalistica ServireSciacca – Giornale civico per avere documentato quanto accade, ormai sempre più spesso, al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sciacca.
    Come bene evidenziato dal giornalista e più volte riferito sia dai sanitari che dagli utenti, spesso accade che al Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero “Giovanni Paolo II” ci sia solo un medico in servizio; la prima considerazione che mi viene in mente è che se dovessero arrivare contemporaneamente due pazienti in codice rosso il dirigente medico in turno probabilmente si troverà costretto a compiere una scelta.
    A questa dobbiamo aggiungere che avere un solo medico in turno al Pronto Soccorso determina delle lunghe e stressanti attese per tutti i pazienti.
    Vi assicuro che i disagi, lo stress e le difficoltà non vengono vissuti solo dai pazienti ma anche dal personale in servizio, come più volte ripetuto sotto organico.
    I medici, gli infermieri, gli operatori socio sanitari e gli ausiliari più di quello che fanno non possono fare.
    Apprendo dall’articolo che l’ambulatorio per i codici bianchi e verdi è attivo solo di mattina: questo a mio avviso è assurdo e gravissimo.
    Spero che i cittadini che reputino di avere avuto leso il loro sacrosanto ed inviolabile diritto alla salute inizino a fare esposti alle autorità competenti in modo tale che la magistratura possa intervenire per valutare se è normale e corretto quanto accade all’ASP di AG ed in particolare all’Ospedale di Sciacca.p
    Non possiamo e non dobbiamo abituarci a questa situazione, potrebbe andarci di mezzo la salute e talvolta anche la vita di ciascuno.

    1. Se non si risolve il problema della paurosa carenza di personale sanitario e parasanitario (Bisogna evidenziare che il problema è diffuso in tutta l’isola) non ne usciremo mai e il rischio di danni ai pazienti è molto alto.
      È evidentemente che le maggiori responsabilità vanno date ha chi ha governato la sanità in Sicilia.
      Un.plauso, da parte di noi cittadini, deve andare ai sanitari, veri eroi che, in trincea, cercano di fronteggiare questa paurosa situazione.

    2. Apriamo un sondaggio nella popolazione relativo alla possibilità che la organizzazione della sanità saccense si stacchi da quella agrigentina. È inconfutabile che il decadimento nasce da quando questo ospedale è finito nella Asp. È acclarato che non può più ritornare ad essere azienda ospedaliera, ma ci sarà sicuramente un modo per organizzare il comprensorio di Sciacca (insieme ai paesi limitrofi) in maniera autonoma. Apriamo un sondaggio.

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