Oggi anche il quotidiano La Sicilia dedica attenzione alla piscina comunale di Sciacca mai completata, con un articolo di Giuseppe Recca dal titolo assai significativa: ”La storia della piscina comunale nella quale nessuno ha mai nuotato.

Era stato il nostro giornale (con un articolo-inchiesta dello scorso 4 gennaio che qui riproponiamo alla fine) a riaprire il fascicolo della scandalosa storia di questo impianto sportivo, i cui lavori iniziarono nel 1975 e non sono mai stati conclusi.

Sciacca, si sa, è la città delle grandi opere pubbliche incompiute oppure chiuse e mai più riaperte: il Grande Albergo di San Calogero realizzato 60 anni fa, il teatro Samona’ e l’intero complesso termale sono gli esempi più eclatanti. Insieme alla piscina comunale, che era stata progettata in un un certo modo, poi estesa a dimensione olimpionica, e poi nuovamente ridotta. Ma nulla è servito allo scopo di completarla, dopo quasi 40 anni l’impianto rimane lì, malinconicamente e scandalosamente incompleto e abbandonato a sé stesso. A gennaio, in occasione di una conferenza stampa appositamente convocata, il sindaco Francesca Valenti aveva annunziato la disponibili di 1.207.560,00 di euro destinati a questa grande incompiuta. Ma da allora più niente… nessuna nuova…

La nuova amministrazione Termine non ha avuto ancora il tempo di prendere in consegna la problematica, sulla quale l’assessore Gulotta ci ha assicurato massima priorità il giorno dell’insediamento. Ci ha pensato invece il presidente del Consiglio Comunale, Ignazio Messina, a dare la sveglia ai competenti uffici comunali, con una irrituale “messa in mora” nei giorni scorsi.

Anche le passate sindacature di Ignazio Messina avevano avuto parte nella quarantennale storia di questa incompiuta, per la quale non si può adesso che sperare in una decisa inversione di tendenza da parte della nuova amministrazione, affinché si realizzi finalmente un punto e capo che consenta di arrivare al The End di questa misera vicenda.

Le nostre inchieste: quell’eterna incompiuta di Piscina Comunale potrà (forse…) essere resa fruibile alla città dopo 45 anni e più.

Di NINO PORRELLO – GEN 4, 2022

Tra i sette progetti di “Rigenerazione Urbana”, finanziati per tremilionicinquecentomila euro e i cui dettagli sono stati illustrati stamattina nel corso di una conferenza stampa convocata dal sindaco Francesca Valenti, ci sono 1.207.560,00 di euro destinati a una delle grandi incompiute di Sciacca, la Piscina comunale sulla via Miraglia alla Perriera, all’interno dell’area impianti sportivi.

Quest’opera pubblica ha una storia davvero travagliata e tipicamente siciliana, iniziata oltre quarant’anni addietro, nel 1975, e sviluppatasi a fasi alterne tra sospensioni e riprese dei lavori, utilizzando i finanziamenti messi a suo tempo a disposizione dal Credito Sportivo per realizzare l’area degli impianti sportivi alla Perriera.

L’inizio dei lavori, a seguito di un appalto-concorso, riguardò in contemporanea lo stadio comunale di calcio e l’impianto di piscina comunale.

Ad un certo punto, strada facendo, si ritenne di modificare il progetto iniziale per realizzare una vasca di dimensioni olimpioniche (lunghezza 50 metri, larghezza 20). I lavori riprendono con un finanziamento contestuale alla realizzazione della pista d’atletica nello stadio, ma anche questa volta non si arriva a nulla di definito, tra l’altro a causa di controversie insorte con la ditta appaltante.

Nuova interruzione per lunghi anni. 

Si riprende nel 2008 quando il progetto viene nuovamente rimodulato e questa volta ridimensionato, riducendo in particolare di metà le dimensioni della vasca principale, da quelle olimpioniche a quelle di 25×20, con due metri di profondità, nella speranza di riuscire finalmente a condurlo in porto.

L’impresa Iagi Spa di Agrigento, offrendo un ribasso d’asta del 7,32 per cento sulla somma rimasta disponibile di unmilionecinquecentomila euro, si aggiudica l’appalto che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di una vasca a 8 corsie, lunga appunto 25 metri e larga 20metri, nonché la realizzazione di opere per rendere funzionale una parte della struttura, quali: servizi igienici, docce e spogliatoi per uomini e donne, un locale pronto soccorso, impianti di riscaldamento e di filtraggio dell’acqua, impianto di riscaldamento dell’aria, sistemi antincendio.

Neanche quella sarà tuttavia la volta buona, perché alla fine dei lavori l’immobile risultava ancora allo stato rustico per quanto concerne le facciate esterne, mentre l’interno risultava. praticamente completato e dotato di tutti gli impianti tecnologici limitatamente alla zona della piscina e dei servizi inerenti la stessa.

Ci prova così a rimettere mano la giunta Di Paola con l’assessore Emmi, che ottiene un ulteriore finanziamento di trecentomila euro, finalizzato al completamento di questa parte dell’opera pubblica con l’allaccio fognario, il prospetto e la sistemazione dell’area esterna.

Lavori appaltati, eseguiti e finalmente questa porzione di impianto sembrerebbe pronta per essere aperta, rinviandosi a futuri finanziamenti il contiguo e rimanente corpo di fabbrica, realizzato solo limitatamente alle strutture in c.a. e tompagnatureesterne al rustico, nel quale andrebbero alloggiati i servizi piscina per la rieducazione dei pazienti diversamente abili.
A questo punto ci si imbatte in un ulteriore e forse inatteso problema: il Comune non intende gestire la parte di impianto ultimato e vorrebbe darlo in gestione a privati.

Il 12 maggio 2017 l’assessore Emmi comunica la conclusione dell’iter amministrativo finalizzato a indire la gara di appalto per la gestione, ma nessun imprenditore privato si presenta per manifestare la volontà imprenditoriale di gestire la piscina comunale.

Un articolo pubblicato su “La Repubblica” e dedicato alle più vecchie incompiute siciliane quantifica in 400 mila euro la previsione di spesa annua di gestione della piscina, somma che evidentemente non la rende appetibile ai privati.

Ma le sorprese non finiscono qui, mentre le solite erbacce simbolo di abbandono iniziano a crescere nell’area esterna circostante l’impianto.

La giunta di Francesca Valenti, nel frattempo insediatasi, non ritiene opportuno indire un ulteriore bando di gara per la gestione, anche perché si viene a scoprire che la parte considerata ultimata in realtà non lo è: manca l’impianto di aereazione e mancano gli arredi, nessun imprenditore privato potrà esserne mai interessato alla gestione se dovrà assumersi anche l’onere economico per l’impianto di aereazione e gli arredi.

Si ipotizza allora un percorso di project financing per arrivare alla tanto sospirata apertura e magari anche alcompletamento dell’intera opera pubblica.

Nello scorso mese di agosto 2021 il sindaco Valenti dichiara in un’intervista in TV di non escludere un intervento diretto da parte del Comune, considerando falliti i tentativi di poter ricorrere all’ipotizzato project financing.

Detto fatto, oggi arriva la buona notizia che con i finanziamenti di “rigenerazione urbana” il Comune ha reperito un finanziamento di unmilioneduecentomilaeuro da destinarsi a questa grande incompiuta “tela di Penelope”.

In proposito l’assessore Lo Cicero chiarisce, in coda alla conferenza stampa, che nella fase della progettazione esecutiva che adesso si apre (e si spera celermente…) la priorità sarà data ai lavori di effettivo completamento di quella parte dell’immobile che risulta strutturalmente ormai completato, per consentirne la funzionalizzazione e quindi (udite … udite) l’apertura, con gestione pubblica o privata che sia.

Si può solo dire che questa volta la città non può permettersi di fallire, ancora una volta, l’appuntamento con la propria piscina comunale, iniziata nel 1975 e ancora incompiuta e mai resa fruibile alle soglie di questo 2022.

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