La politica ormai da tempo parla attraverso i social, che hanno preso il posto dei comizi o delle tribune politiche televisive dei tempi che furono.

ServireSciacca per le prossime elezioni amministrative cittadine ha fatto la scelta editoriale di ospitare gli interventi social dei candidati al consiglio comunale che ce lo richiederanno, come elemento di stimolo al dibattito politico e quindi di servizio alla collettività, ovviamente senza alcuna distinzione di schieramenti politici e purché il contenuto di tali interventi sia nel linguaggio rispettoso nei confronti di tutti.

Nel contempo ServireSciacca si riserva di intervenire, se invitati, in qualsiasi tavolo o laboratorio programmatico per portare il proprio contributo di idee e progetti che abbiano come riferimento il cambiamento in positivo della nostra città.

Oggi ospitiamo il seguente intervento di Giuseppe Catanzaro, che ha già annunciato la propria candidatura come consigliere comunale:

“La settimana appena trascorsa è stata contraddistinta da ipotesi di coalizioni larghe ed accoglienti, in previsione delle prossime amministrative. Mi sento di dire che sia l’ultima delle soluzioni utili per la nostra città e provo, di seguito, a dirvi la mia.

Chi parla di “campo largo” o di “modello Draghi” come ricetta utile per il tempo che stiamo attraversando sembra aver trascorso gli ultimi anni altrove, certamente non a Sciacca.

Solo negli ultimi cinque anni si sono succeduti più assessori che finanziamenti pubblici intercettati. Tra azzeramenti e litigi interni al centrosinistra, ne abbiamo cambiati minimo una decina. Se teniamo conto dell’esperienza di centrodestra precedente, i cambiamenti in giunta, legati a vicende interne alle litigiose coalizioni, crescono di numero.

Al netto di ciò, come si può pensare che mettendo insieme queste esperienze il risultato possa essere diverso da quello conseguito fino ad ora? Se già i rispettivi campi “stretti” hanno portato a governi gessati, a cosa può portare un campo allargato, di questa natura?
Sommare famiglie litigiose, come può mai portare ad una famiglia responsabile?

I loro litigi sono parte dei nostri problemi e non si potranno risolvere con i litiganti.

Appellarsi ai tempi duri, alla città disastrata, facendolo tra l’altro dalla prospettiva di chi ha contribuito a tale declino, per invocare un governo dei migliori di ogni partito è, a mio avviso, poco serio. Chi paventa tali scenari sa benissimo che, dopo pochi mesi dalle amministrative, una parte inizierà ad avere malumori, incanalando assenze in consiglio e nelle commissioni, per poi uscire dalla maggioranza, facendo ricominciare il valzer.
E se bastasse, come qualcuno paventa, togliere i simboli di partito per superare i vizi delle parti, sarebbe una straordinaria soluzione. Ma non lo è.

Per tutte queste semplici ragioni credo che questo sia il momento giusto per condensare tutte quelle energie capaci di parlare, di rivolgersi, con credibilità e forza almeno a quel 40% ed oltre di elettori che, cinque anni fa, non diede fiducia ai due poli classici, centrodestra e centrosinistra.

Ogni gruppo, movimento, persona che reputa fondamentale lo star fuori dalle prospettive di grandi coalizioni, promiscue ed impossibilitate a parlare ad una grande fetta di elettorato che non gli riconosce credibilità, credo debba prendere adesso una netta e chiara posizione pubblica, sedendosi poi attorno ad un tavolo per definire interpreti e misure di un progetto amministrativo di città sostenibile.

Una alternativa composta da personalità e gruppi di impegno che sposano la necessità di un progetto di governo stabile, solido e fondato sul raggiungimento di obiettivi specifici, lontana da mille correnti che destabilizzano il percorso amministrativo, già complesso di suo, è l’unico motivo per cui vale la pena mettere il massimo impegno.

Senza questa alternativa, molti probabilmente non voteranno, altri si convinceranno del fatto che la somma dei litigi possa fare la differenza, per ritrovarsi fra cinque anni a ricercare un nuovo sindaco capace di fare miracoli. Forse, a quel punto, non basteranno nemmeno quelli”.

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