A mente fredda cerco di mettere a fuoco le valutazioni che scaturiscono dall’incontro dedicato al futuro del termalismo siciliano (futuro… perché oggi non esiste più), svoltosi mercoledì di questa settimana a Palermo, regista il presidente Nello Musumeci e aiuto regista il suo fidatissimo vice Gaetano Armao.

Il detto “al peggio non c’è fine” deve esser di casa nella giunta di governo regionale, che sulla questione delle Terme di Sciacca e di Acireale sembra aver deciso di superare stessa.

Non essendo nato ieri conosco bene le logiche e i difetti della politica siciliana, ma che si giungesse al punto di voler prendere per i fondelli (in realtà l’espressione “per il c…” sarebbe più esplicativa) la gente in questo modo e come se nulla fosse, a questo forse non ero ancora pronto.

E per di più, facendolo con quella protervia, quella sfacciataggine, quella sfrontatezza che è propria di chi è convinto che non pagherà mai il conto per le proprie malefatte.

Quel che è avvenuto in occasione di questo incontro/convegno/tavolo di lavoro (ma cosa diavolo era?) è degno del più abile sceneggiatore di un film fantasy.

Per iniziare a porre rimedio al disastro avviato dalla giunta di Rosario Crocetta, che aveva chiuso i complessi termali di Sciacca e Acireale il 6 Marzo 2015, dal giorno ormai lontano del suo insediamento a Palazzo d’Orleans il presidente Nello Musumeci, e ancor da prima il suo fido assessore per l’Economia Gaetano Armao, non hanno fatto nulla, o quasi.

Solo dopo che da Sciacca è partita la “pressione” del Comitato Civico Patrimonio Termale e dell’associazione ORABASTA! i due hanno abbozzato qualche goffo tentativo di azione, che è stato tuttavia sempre totalmente inadeguato, come di dilettanti incompetenti allo sbaraglio.

Tutto il malfatto lo voglio ricordare ancora una volta, perché talvolta la memoria corta può giocare brutti scherzi all’osservatore poco attento:

⁃ un bando per manifestazione di interesse privo di qualsiasi significato sostanziale

⁃ l’iniziale esclusione delle grotte vaporose del monte Kronio, di cui non è mai stato dato di sapere il vero motivo

⁃ un bando per la concessione in affidamento a privati privo dei presupposti necessari per poter essere valutato dal mercato, nonostante i rattoppi messi su dalle associazioni civiche

⁃ la presunzione di poter presentare al mercato imprenditoriale un prodotto non semplice senza ricorrere alla necessaria intermediazione di un Advisor di livello internazionale

⁃ l’inesistente valutazione preventiva se potesse essere utilmente percorribile anche la strada del cosiddetto “spezzatino”

⁃ l’incapacità di svolgere in tempi rapidi quel che poteva esser realizzato in tempi anche rapidissimi (l’accatastamento)

⁃ il non aver mai avviato ina qualche interlocuzione con i gruppi turistici privati Rocco Forte e Mangia, già presenti sul territorio

⁃ l’aver lasciato in mano a politici e burocrati incompetenti la gestione di una questione complessa che avrebbe reso opportuna la individuazione di una sorta di “commissario straordinario” per il termalismo, di riconosciuta competenza e indipendenza politica

⁃ la mancata chiusura delle liquidazioni di Azienda termale di Sciacca e di società Terme di Sciacca SpA

⁃ la mancata soluzione di tutte gli aspetti di problematicità legati alla titolarità del bacino idrotermale, anche attraverso una nuova legge regionale finalmente al passo con i tempi, che potesse facilitare il rilancio

⁃ il misterioso iter del cosiddetto “percorso INAIL”, con alternanza di dichiarazioni contraddittorie e il mancato di rispetto di tutti i tempi prescritti da INAIL per poter valutare l’opzione di acquisto immobiliare dei due principali complessi termali siciliani

⁃ il non aver a lungo voluto comprendere che le condizioni ormai degradate degli immobili ed impianti di Sciacca e Acireale richiedevano preliminarmente un investimento finanziario diretto della Regione, per rimetterli in bonis prima di poterli offrire in concessione

⁃ il non aver voluto comprendere quanto potessero essere fondamentali le risorse europee del PNRR, nell’ottica di un investimento produttivo che richiedeva solo la predisposizione di progetti esecutivi pronti all’uso per poter essere finanziati

⁃ l’aver affidato, solo dopo la marcia su Palermo, ad una qualsiasi commissione regionale l’incarico di quantificare la spesa necessaria per la “tolettatura” (quanto è brutto questo termine utilizzato dal presidente!) dei due complessi termali, senza peraltro indicare scadenze, cronoprogrammi e possibili fonti finanziarie

⁃ l’aver ostinatamente rifiutato ogni confronto con le forze politiche e civiche del territorio, e in particolare con queste ultime, pronte a dare un validissimo contributo di proposte su tutti gli aspetti elencati in precedenza

⁃ la tardiva designazione del docente universitario prof. Pietro Faraci (buon conoscitore del termalismo siciliano “che fu” e che più di una volta si è espresso in termini di apprezzamento verso l’operato del Comitato Civico Patrimonio Termale di Sciacca) come persona incaricata di redigere il piano industriale dell’ipotetico termalismo siciliano “che verrà”

⁃ la sceneggiata del contrasto personale con la sindaca di Sciacca, come se una carica istituzionale possa permettersi di indispettirsi alla stregua di una qualunque disputa da cortile

⁃ la mancanza di trasparenza e di comunicazione, l’alone quasi di mistero, che ha sempre caratterizzato ogni atto della vicenda termale

Sicuramente avrò dimenticato alcune delle cose non fatte o fatte malissimo, ma l’elenco direi che è già esaurientemente esplicativo.

E cosa accade questa settimana?

Accade che l’accoppiata Musumeci/Armao organizzi questo incontro pubblico e ne faccia occasione di per annunciare ed esporre tutto l’ovvio che in questi anni si sarebbe dovuto fare (e non si è fatto) come la NUOVA “strategia” del governo siciliano per rilanciare, udite udite, “un settore, quello termale della Salute e del Benessere, che può diventare il valore aggiunto di successo dello sviluppo turistico ed economico della Sicilia”.

Da non crederci… gli infedeli che si trasformano in profeti… una conversione degna del miglior San Paolo sulla vie di Sciacca e Acireale.

Meglio tardi che mai, si dirà.

Nossignori, questo è solo becero trasformismo e opportunismo che non ha uguali, una faccia tosta da far impallidire i più incalliti menzogneri.

Musumeci e Armao, a parole, oggi hanno fanno proprie idee, sogni, desideri, valutazioni che fino a ieri hanno sempre negato con i loro stessi comportamenti, e che sulla loro bocca suonano male anche perché sono già state abbondantemente pronunciate da altri in tempi non sospetto: tanto per fare un esempio, possono essere ritrovate nello stesso atto costitutivo del Comitato Civico Patrimonio Termale, ovvero fanno risuonare la stessa identica terminologia già ricorrente cinquanta anni addietro ai tempi del progetto dell’on.le Calogero Mannino, che voleva fare di Sciacca e della Sicilia, con l’iniziativa SITAS, la California dell’Europa.

L’interpretazione di questa conversione parolaia è abbastanza semplice.

Il presidente Musumeci ha probabilmente capito che il suo sostanziale menefreghismo sul termalismo potrebbe anche risultargli controproducente in termini elettorali il prossimo anno, quando si voterà per il nuovo presidente della Regione, e quindi con l’aiuto del fido Armao ha avviato un’azione diversiva per far pensare alla gente che lui ci crede davvero al sogno di uno sviluppo termale e che a tal fine si è anche dato una vera e propria “strategia”: se volete rendervi conto della particolare abilità con la quale sta creandosi questa sorta di alibi, basta leggere, tramite il successivo link, l’articolo pubblicato sul giornale on line “La Nazione Siciliana” che rappresenta un vero proprio megafono comunicativo del presidente Musumeci:

TERME IN SICILIA: LA STRATEGIA PER IL RILANCIO

A questo punto sembra definitivamente allontanarsi la possibilità di sviluppi concreti per il destino delle Terme di Sciacca prima delle elezioni regionali in programma nel secondo semestre 2022, salvo imprevisti sul fronte INAIL.

A meno che…

A meno che gli amici di Musumeci sul territorio di Sciacca non riescano a seminargli nella mente il timore che la gente non sia poi così ingenua e che potrebbe pian piano diventare realistico quello che oggi può essere soltanto un hashtag:

#sciaccatermenonvotamusumeci

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