Un libro sotto l’albero, l’iniziativa di Cittadinanzattiva, ci ha fatto ritrovare ben due volte in questi ultimi giorni nel luogo che in fondo rappresenta per eccellenzal’ambiente “verde pubblico” della nostra amata città.

Un momento importante per fare un bilancio di quelle che possono essere le utili iniziative dell’attivismo locale.

Da quattordici anni il Comitato Pro Villa Comunale ha attenzionato il degrado della villa ed ha manifestato quanto danno sociale, culturale, storico, ambientale e quindi economico poteva comportare la gestione all’interno di una imprenditoria privata.

La villa comunale è l’unico giardino storico che Sciacca possiede, costruito su quei principi architettonici tipici dei giardini siciliani alla fine dell’ Ottocento. La villa comunale è quindi il frutto di un’architettura ottocentesca tipica della Sicilia. È un Monumento e chi vi si relazione dovrebbe farlo con la cultura e la sensibilità che ne conseguono.

Ma non è così da anni e non solo per la villa comunale. Ma limitando ad essa il discorso, ci rendiamo sempre più conto che gli esemplari botanici che sono arrivati dalle più svariate parti del mondo e che hanno quasi cent’anni soffrono per la mancanza di acqua. E lasciare una pianta senza acqua è come destinarla alla sofferenza e infine alla morte.

Negli corso degli anni e sempre con interventi della società civile, che ha dimostrato amore per questo luogo, si sono avviate raccolte sociali di fondi per ricostituire un’ aiuola storica( nel 2014) o per comprare una pompa che portasse l’acqua dalla vasca a tutto il resto della villa (2018), ma pur tuttavia ci ritroviamo ancora oggi a fare i conti con una “cementificazione” del terreno per mancanza totale di acqua. Si aspetta sempre un progetto che non arriva…

Ma come si fa a non comprendere che le piante preziose muoiono e che sono piante preziose per il loro aspetto botanico?

Dobbiamo arrivare a quantificare il danno e citare la pubblica amministrazione per fare rispettare il tuo, il mio, il nostro paese?

La villa continua ancora ad ospitarci con tutta la bellezza del luogo nonostante mancanza di acqua, nonostante le strutture abbandonate come una pedana in legno e una specie di chalet in legno nella parte orientale, nonostante una piattaforma in cemento in quella occidentale, a cui oggi si aggiunge un cantiere che riguarda il terrazzo di una casa privata vicina.

Sindaco, assessori, dirigenti comunali, società civile, cosa vogliamo fare della nostra Villa Comunale?

Vogliamo ancora lasciarla senza acqua, senza fiori, con il suo terreno arido, con le sue piante sofferenti o agonizzanti, con le sue panchine malmesse, con i suoi gabinetti inaccessibili

Priva di mani amorevoli e competenti che sappiano premdersene cura?

Ci raccontano che adesso c’è il finanziamento disponibile… per farvi esattamente cosa? E quando iniziano i lavori?

La villa comunale attende, agonizzante…

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