Per primo questo Blog aveva parlato del timore di una possibile bufala uscita dal cilindro di prestigiatore del duo regionale Musumeci-Armao a proposito del “nuovo percorso” delineato dal Presidente Musumeci e dal suo fidatissimo Assessore per l’Economia.

Adesso gli interrogativi e le perplessità sono in tanti ad esprimerli, anche fonti qualificate come quella del prof. Saro Faraci, docente di economia presso l’Universita’ di Catania e profondo conoscitore dell’argomento termale.

Già il giorno stesso della recente notizia Faraci aveva manifestato i propri dubbi, ma ieri è nuovamente ritornato sull’argomento con un articolo su Sicilia Network, articolo che per la completezza dei suoi contenuti riteniamo importante riportare qui di seguito per affidarlo alla vostra lettura, non senza aver prima precisato che alcuni interrogativi posti da Faraci erano ricompresi tra quelli del documento che si voleva sottoporre a quel Presidente della regione che si è invece rifiutato di confrontarsi con il territorio di Sciacca, mentre gli interrogativi riferibili alla più recente novità sono quelli per i quali il Comitato Civico Patrimonio Termale ha richiesto un incontro urgente al Sindaco Francesca Valenti.

“ di Saro Faraci

Torniamo a parlare di Acireale e Sciacca, delle loro Terme. Sabato scorso la Presidenza della Regione ha diramato un comunicato stampa, rilanciato da diverse testate, dove è stata data la notizia di un’interlocuzione avviata con INAIL e Federterme. L’obiettivo del governo Musumeci è valutare se INAIL possa effettuare un investimento negli stabilimenti termali. I due complessi sono attualmente di proprietà regionale attraverso le due società partecipate Terme di Acireale SpA e Terme di Sciacca SpA. Si tratta di una importante novità, mai discussa prima. La Regione, in pratica, sta pensando di cedere la proprietà degli stabilimenti all’ente pubblico che in Italia si occupa principalmente di assicurazione obbligatoria sugli infortuni sul lavoro.

Il ruolo di INAIL. Perchè proprio l’INAIL e non un altro ente pubblico?  La risposta la si trova nella legge di stabilità del 2018, approvata dal Parlamento l’ultimo giorno di quell’anno. All’articolo 419 della legge, in un comma specifico introdotto su un emendamento proposto dai deputati Vito De Filippo e Gianluca Beneamati, si specifica che “l’INAIL è autorizzato a valutare, in via eccezionale, nell’ambito del piano triennale degli investimenti 2019-2021 […] la realizzazione di investimenti immobiliari nel settore termale e alberghiero-termale, con esclusivo riferimento alle aree che presentano significative condizioni di crisi economico-industriale”.

Quell’articolo di legge prosegue poi precisando che “i territori termali nei quali possono essere effettuati i citati interventi sono individuati nell’ambito dell’accordo di cui all’articolo 4, comma 4, della legge 24 ottobre 2000, n.323”. La legge richiamata del 2000, tanto per intenderci, è quella nazionale quadro di riordino del sistema termale. La Regione Siciliana non l’ha mai finora recepita.

Dunque rimane solo il 2021 perché la Sicilia possa entrare in quel piano triennale degli investimenti dell’INAIL con gli stabilimenti termali di Acireale e di Sciacca. Ecco perché il comunicato della Presidenza fa riferimento ad interlocuzioni che riprenderanno da gennaio dell’anno che sta per entrare.

Investimenti INAIL nel termalismo

Altra domanda che sorge spontanea è se, in questi due anni dalla approvazione della legge di stabilità del 2018, l’INAIL abbia effettuato investimenti nel settore termale. Abbiamo provato a contattare l’ente pubblico per avere una risposta a questa nostra domanda, ma complice forse il periodo di festività non ci hanno ancora risposto dall’ufficio stampa.

Da alcune ricerche sul web, però, risulta che di quasi 3 miliardi di euro di investimenti programmati dall’INAIL per il triennio 2019-2021, appena 50 milioni sono riservati ad investimenti del settore termale. Di questa somma complessiva, 30 sarebbero i milioni da spendere entro il 2021.

Pochi? Molti? Dipenderà dalle proposte che INAIL riceverà dalle Regioni. Attualmente, c’è un accordo della Conferenza Stato-Regioni, che individua periodicamente le aree geografiche in cui INAIL potrebbe investire nel termalismo.

Fino ad ora hanno contattato l’istituto di assicurazione sugli infortuni, le Terme di Agnano (Napoli), le Terme di Porretta (Bologna), le Terme di Caramanico e quelle di Popoli, entrambe in provincia di Pescara. Si tratta però solo di contatti preliminari.

Ma la politica locale e regionale in tutti i casi li ha considerati come già sicuri e risolutivi. Non è così, presumiamo. Infatti, per INAIL si tratta pur sempre di investimenti immobiliari e pertanto la valutazione di convenienza deve essere effettuata sempre in maniera ponderata.

La Sicilia.  La Conferenza Stato-Regioni ha incluso la Sicilia come area in cui l’INAIL potrebbe effettuare investimenti nel termalismo. Se si percorresse questa strada, la Regione Siciliana dovrebbe spogliarsi della proprietà delle Terme, secondo quanto lascerebbe intendere il sibillino comunicato stampa di sabato scorso.

Bisogna poi capire – dato che non se ne era mai parlato prima – perché sia stata scelta questa strada. E non sia stata invece nemmeno minimamente discussa quella suggerita tante volte dal commercialista catanese Francesco Piccirillo, esperto di finanza immobiliare. Ovvero, ricorrere ad un partenariato pubbico-privato tra la Regione e società di gestione del risparmio. In questo caso, la Regione non si spoglierebbe della proprietà degli stabilimenti.

Poi c’è da capire quale sarà il ruolo di Federterme in questa complessa vicenda, perché anche in questo caso sembra che si tratti solo di interlocuzioni. La federazione delle aziende termali potrebbe essere d’aiuto nell’individuare i privati interessati agli stabilimenti di Acireale e di Sciacca.

Resta da capire però come questa trattativa più diretta si concilia con la procedura ad evidenza pubblica, il bando di gara per intenderci, con cui selezionare i potenziali gestori. Finora, ricordiamolo, il bando pubblicato per Sciacca è andato deserto per ben due volte.

Le reazioni ad Acireale e Sciacca

Le città di Acireale e di Sciacca hanno accolto la notizia del possibile accordo con INAIL con speranza, ma anche con una certa prudenza. In un eccesso di entusiasmo, però taluni si sono lanciati in giudizi di piena soddisfazione, come se la vicenda si fosse conclusa con esito positivo. In verità, le Terme sono la croce di queste città ormai da dieci anni, da quando è iniziato il calvario della liquidazione delle società di gestione”.

EDITORIALE: TERME, ENNESIMA BUFALA DEL DUO MUSUMECI-ARMAO OPPURE UNA SVOLTA? E LA CITTA’ COME SEMPRE VIENE LASCIATA DA PARTE.

di Nino Porrello 19 Dicembre 2020

L’ennesima bufala del duo Musumeci-Armao oppure un’autentica ed inattesa inattesa nell’annosa vicenda della problematica termale di Sciacca?

E’ stato questo il dilemma che immediatamente si è acceso nella mia mente leggendo la notizia riportata ieri sui giornali on line d’informazione locale, che per dovere di cronaca e a beneficio di chi non l’avesse ancora letta riporto qui di seguito.

Su richiesta del governo regionale presieduto da Nello Musumeci, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato la proposta del Gruppo tecnico “Assistenza territoriale” della commissione Salute e di FEDERTERME che include, per l’area del Sud Italia, i comuni di Sciacca e Acireale. Sarebbe questo un passaggio fondamentale affinché i complessi termali di Sciacca e Acireale possano essere sottoposte all’INAIL per una valutazione finalizzata ad un investimento diretto e all’acquisizione delle strutture (così come previsto dalla legge di stabilità 2019), con la garanzia della presenza di un partner gestionale affidabile. 

A gennaio 2021 si terranno gli incontri con INAIL e FEDERTERME, così come programmato dal presidente e dall’assessore per l’economia della Regione siciliana.

Fin qui la notizia, nuda e cruda, così come dettata agli organi di stampa. 

Una notizia il cui contenuto non è del tutto facile da decifrare, quanto meno per i non addetti ai lavori: sembra di capire che si potrebbero in questo modo creare i presupposti per un investimento finanziario a carico dell’INAIL e finalizzato a  riportare in bonis i complessi termali di Sciacca e Acireale, purché si trovi un partner gestionale affidabile, imprenditore che, tuttavia, a questo punto non dovrebbe più metterci risorse di tasca propria per il ripristino di impianti ed immobili.

Chi legge si ricorderà come recentemente il Presidente della Regione, Musumeci, e il suo fidatissimo Assessore all’Economia, Armao, si siano rifiutati di confrontarsi pubblicamente sull’argomento terme con le forze politiche e sociali del territorio di Sciacca, che avevano formalmente richiesto un incontro sulla base di un documento assai particolareggiato.

I due tuttavia sono stati prontissim nel dettare alle agenzie di stampa il proprio commento su questa novità di affidarsi a FEDERTERME e INAIL per il rilancio del termalismo siciliano.

“ Il dialogo che portiamo avanti con FEDERTERME – ha detto il presidente Musumeci – va avanti da molti mesi e ha avuto un’accelerazione dopo l’evento sul turismo sanitario promosso in Sicilia in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Quella intrapresa è una strada decisamente innovativa perché, alla luce della volontà del governo siciliano di sostenere il settore termale e del benessere, ci permette di accedere alla normativa nazionale per rilanciare le terme di Acireale e di Sciacca”.

“Il percorso avviato – gli fa eco l’assessore Armao – potrà agevolare il trasferimento dei complessi termali a soggetti finalmente in grado di gestirli (?) e garantirà alla Regione Siciliana una forte opportunità per ulteriori investimenti nelle aree interessate. Confidiamo molto nel rapporto con Federterme e con l’Inail per chiudere una pagina che ha vergognosamente mortificato il nostro territorio e della quale oggi si pagano le conseguenze”.

“Una pagina che ha vergognosamente mortificato il nostro territorio”… così si esprime e definisce la vicenda termale l’assessore Gaetano Armao: peccato che lo stesso Armao ne sia stato il protagonista principale, non riuscendo in quasi un decennio a far portare a termine  la liquidazione della società Terme di Sciacca SpA e non riuscendo a mettere in piedi una procedura di avviso pubblico, per la concessione in affidamento a privati del complesso termale, che avesse in sé i requisiti minimi adeguati per poter andare in porto con un esito positivo.

L’assessore Armao prima e poi anche il presidente Musumeci, da quando è in carica, hanno fatto in tutti questi anni di tutto e di più per mortificare le attese del nostro territorio in relazione al rilancio del settore termale, ragion per cui è del tutto ragionevole il dubbio di trovarsi al cospetto dell’ennesima bufala, che per l’occasione prende il nome di INAIL e FEDERTERME, ma alla quale non farebbe poi seguito alcun fatto concreto realmente risolutivo. 

E se anche così non fosse, se cioè questa volta il duo Musumeci-Armao avesse tirato fuori dalla manica qualcosa di realmente innovativo e vincente, si ha tuttavia la conferma del ruolo totalmente secondario e di contorno attribuito dalla Regione alla città di Sciacca e a chi la rappresenta, pur essendo il patrimonio termale appartenente alla città di Sciacca per storia e per destinazione naturale.

E’ qualcosa che già risultava evidente dal rifiuto opposto alla richiesta indirizzata a Musumeci dal Consiglio comunale, dal Sindaco, dai deputati regionali e dalle forze civiche di confrontarsi con il territorio, e che trova ulteriore conferma nella dichiarazione secondo la quale “il dialogo con Federterme va avanti da molti mesi”: le precedenti dichiarazioni sull’argomento, rilasciate dal presidente Musumeci appena pochi giorni addietro, non rispondevano quindi a verità e nessuno, a Sciacca, era stato portato a conoscenza di questo “nuovo percorso”.

Concludiamo questo editoriale dando notizia che il direttivo del Comitato Civico Patrimonio Termale ha immediatamente richiesto un incontro al Sindaco Valenti e all’Assessore comunale al Turismo Caracappa per comprendere non solo quando i due esponenti dell’amministrazione locale siano venuti a conoscenza dell’ultima novità ma soprattutto per conoscere maggiori contenuti e dettagli del cosiddetto “nuovo percorso”.

Sperando che non sia l’ennesima bufala, tanto per perdere altro tempo.

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