La dice lunga sullo stato delle cose lo spot di comunicazione sociale che in questi giorni va in onda sulle emittenti locali, e nel quale due dirigenti medici dell’ospedale di Sciacca e un noto imprenditore turistico, che ha fatto la propria donazione, invitano la cittadinanza in ascolto a fare donazioni in denaro a favore della ONLUS Orazio Capurro per sostenere la meritevolissima iniziativa della stessa ONLUS finalizzata ad acquistate un analizzatore per tamponi Covid-19, del quale l’ospedale di Sciacca è a tutt’oggi privo e che viene considerato importante per assicurare una maggiore tempestività diagnostica sui prelievi effettuati tramite tampone (che allo stato attuale vengono inviati a Palermo con tempi più lunghi per conoscerne l’esito).

Lo spot in questione risulta indicativo di una profonda disfunzione non certo per il suo contenuto, assolutamente condivisibile e da diffondere il più possibile, quanto per il fatto che medici impegnati in prima linea sul fronte anti-covid debbano ricorrere ad uno spot televisivo e a una ONLUS privata (e meno male che c’è!) per sperare di poter disporre di un dispositivo strumentale che si ritiene evidentemente necessario e urgente in un contesto epidemiologico, e ciò a distanza di ben sette mesi dall’inizio della pandemia.

Una cosa normale? Forse sì, quanto meno in terra agrigentina.

L’avv. Ignazio Cucchiara è un esponente di quel  Comitato Civico Sanità che da tredici settimane organizza  un sit-in settimanale di protesta per la critica situazione in cui versa l’ospedale di Sciacca e per la situazione di stallo in relazione  all’adibizione dell’ospedale di Ribera ad ospedale Covid. Ci ha riferito  che gli ospedali di Marsala, Castelvetrano e Agrigento risultano dotati di questo analizzatore di tamponi,  a differenza di Sciacca che ne è privo, nonostrante sia una struttura di più alto livello  rispetto a Castelvetrano e Marsala. E questa, ad avviso dell’avv. Ignazio Cucchiara, è solo una delle tante problematiche che oggi assillano  l’ospedale  di Sciacca,  conseguenza tra l’altro di una anomala struttura verticistica bicefala, frutto della coesistenza forzata e addirittura litigiosa tra il commissario per l’emergenza coronavirus, Alberto Firenze, ed il direttore sanitario, Gaetano Migliazzo.

Tutto normale? Forse sì, almeno in terra agrigentina. Ma, a torto o a ragione, nel contesto sociale del territorio di Sciacca si è diffusa la convinzione che in questo momento è meglio evitare di ricorrere come utente ai servizi dell’ospedale di Sciacca… E a Ribera non si vede ancora traccia del programmato ospedale Covid…

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