Il protagonista assoluto della vita politica cittadina è stato in settimana l’ex senatore Nuccio Cusumano, sì proprio lui, il sempre verde Nuccio. Ero al primo anno di università e giovane cronista del Giornale di Sicilia e già lo intervistavo come segretario politico del Comitato Comunale della Democrazia Cristiana. Sono passati 45 anni, io sono in pensione, ho ripreso a fare il giornalista e lui è sempre un primo attore inossidabile della politica sciacchitana. 

Dopo innumerevoli capovolte politiche è transitato nel PD ed è approdato in Italia Viva, accolto a braccia aperte nel nuovo partito di Matteo Renzi. E in effetti la politica come la interpreta il nostro Nuccio ha i tratti del capolavoro. Chiudo gli occhi e, sentendolo rilasciare oggi interviste alle varie TV locali e giornali on-line, mi sembra di ritornare indietro nel tempo, di risentire quella sua fine e abile oratoria in perfetto politichese, sempre la stessa, con cui sembra dire tutto e il contrario di tutto, nello stesso autentico modo, sotto qualunque colore politico. Ma in ciò è davvero un maestro insuperabile, una vera e propria eccellenza della cosiddetta “vecchia politica”, che magari era meglio di quella di oggi. Ma ieri e oggi il protagonista rimane lui, Nuccio Cusumano.

Il mondo è profondamente cambiato, ma nella politica e dopo 45 anni a Sciacca nulla sembra mutare ed essere mutato.  

Ma il nostro Nuccio ha dichiarato che a Sciacca “è venuta meno la politica“, “è venuto meno il coordinamento attraverso il quale si esalta il consenso ricevuto e la capacità di progettare il futuro per una comunità“.

Punta a capo 2.0 lo ha chiamato lui, ma ha precisato che “continua la propria missione e rimette la palla al centro”, dicendo la parola fine ad ogni possibilità di ripresa dei rapporti con l’ex maggioranza dell’amministrazione Valenti, rimasta adesso con soli sette consiglieri comunali a sostenerla: “distinti e distanti” ha detto Cusumano, riferendosi a lui e all’attuale Sindaco.

Adesso Il nostro Nuccio vuol creare le condizioni per una coalizione di “grande centro”, ma questa volta non si accontenta di guardare allo sgangherato quadro politico cittadino (sfido qualunque normale cittadino a ricordarsi il nome attuale degli schieramenti politici presenti in città , escluso forse il PD, la predetta Italia Viva (?), Fratelli d’Italia (ma per la notorietà della Meloni) e i 5 Stelle (ma ci sono ancora?). Adesso il nostro Nuccio chiama a raccolta, memore forse dei passati scout di Matteo Renzi, l’associazionismo, il volontariato, le forze nuove e vive della città “in un contesto di civismo che non esclude la politica, ma che esalta dentro la politica il civismo in una commistione felice che realizza il progetto di sintesi del bisogno delle comunità con il dovere che i partiti hanno di guidare quelle comunità“: lui, che da cinquant’anni  governa di fatto questa città, si veste di nuovo e fa appello al civismo. Da non crederci! Ma saranno i partiti che dovranno guidare la comunità… Ma quali partiti, con quali nomi questa volta?

E poi noi ci chiediamo: ma quale politica è venuta meno a Sciacca? Quella elitaria di forze politiche che a mio modo di vedere rappresentano solo sé stesse e non certo i cittadini che hanno a cuore il bene della città, quella di pseudo liste civiche prive di identità, di cui nessuno ricorda il nome e che si sciolgono dopo le elezioni come neve al primo sole? La politica di consigli comunali e amministrazioni che non osano affrontare mai i problemi reali della città?

Non potrò mai dimenticare l’esperienza personale di un consiglio comunale aperto sulle Terme, nel quale la maggior parte dei consiglieri comunali ritenne di NON essere presente, compresi quelli allora di maggioranza dello stesso Cusumano, per motivi di carattere politico. Ma che politica è quella che si assenta e si sottrae al confronto, occasione di dibattito e di contributo su un gravissimo problema della città, per fare un dispetto al Sindaco? Come se alla cittadinanza, e in particolare ai giovani di Sciacca costretti a emigrare per trovare un lavoro, importasse davvero qualcosa delle beghe tra la cosiddetta opposizione di centro-destra e la cosiddetta amministrazione di centro-sinistra, della quale proprio Nuccio Cusumano era stato uno dei principali artefici.

Ma adesso la città è allo sbando, sotto gli occhi di tutti, come una nave in balia del mare in tempesta, quindi è arrivato il momento di svincolarsi e di cercare altre strade. Giusto o sbagliato? Non abbiamo la presunzione di saperlo, ma è la politica che riemerge, non che viene meno.

Ognuno di noi può avere la sua idea sul perché la città versi in queste pietose condizioni: tutta colpa di Francesca Valenti? Dei suoi eccessivi cambiamenti assessoriali?  Di un Comune dove i responsabili degli uffici sembrano solo impegnati a scansare i problemi? Di un’opposizione tante volte parolaia e raramente impegnata a mettere davvero alle corde l’amministrazione sui problemi concreti e reali della città e sulle loro cause, tanto basta dire che peggio di così non potrebbe andare? 

Comunque sia, è certo che al Comune di Sciacca cercare di risolvere un problema è come sbattere contro un muro di gomma: appena tiri fuori qualcosa e proponi qualcosa, tra le mille piccole cose che si potrebbero risolvere o fare anche senza spendere i soldi che dicono non esserci mai, ecco che sbatti contro un muro di indifferenza che ti respinge.

Quale politica è finita? Quella delle segrete stanze in cui ci si suddivide gli assessorati o si discute di interessi personali? Perché della Politica vera, quella che scende tra la gente, sulle strade e sul terreno dei problemi reali della città per affrontarli, ognuno con il proprio ruolo, chi governando e chi facendo un’opposizione concreta e costruttiva, non ne abbiamo visto traccia. 

Le liste di Nuccio Cusumano, di cui almeno una forse la prossima volta porterà il nome di Italia Viva, sono sempre risultate vincenti e molto votate, liste di maggioranza che però non hanno ricevuto “l’attenzione, l’ascolto e il rispetto che meritavano“: questo dice Cusumano, parlando a nome del popolo numeroso che lo ha votato. E magari ha pure un pò di ragione!

Ma finché come città non sapremo mettere da parte questa politica, che sarebbe venuta meno ma che invece in un modo o nell’altro continua a governarci, la nostra città continuerà il suo triste declino e a non contare nulla nel contesto regionale. 

Per finire mi chiedo: ma Nuccio Cusumano e tutti gli altri attori di questa politica si rendono conto del baratro che li separa dalla città reale, dai suoi problemi e dalle sue possibilità di sviluppo? Si rendono conto dell’enorme patrimonio di bellezza sprecata, di cui oggi dovrebbero avere la responsabilità della valorizzazione?

Ma a questa politica non interessa proprio!

4 pensiero su “EDITORIALE: E NUCCIO DIXIT, LA POLITICA E’ VENUTA MENO.”
  1. Condivido in tutto l’articolo, e notando come chi per lungo tempo ha fatto con qualche altro politico, il buono e cattivo tempo della politica saccense. Godendo a pieno i benefici che ne ha avuto. Se non ho capito male, rompendo con la coalizione di maggioranza per non avere concesso l’Assessorato a uno che lo era già stato della giunta precedente.

  2. Articolo triste c’è rassegnazione e senso di impotenza. Mi sembra opportuno cercare di costruire un progetto alternativo con le forze sociali che ancora ne hanno voglia. Ma esistono? Comunque il tentativo va fatto. Basta critiche, occorre un programma civico su cui far confluire quelli che ancora ci credono.

  3. Concordo in tutto e per tutto,bisogna uscire dall’indifferenza , dall’indolenza (lasciamelo dire),di Noi saccensi ,bisogna rinnovare un’amministrazione (invisa a molti magari),ma motivata a risolvere i problemi più impellenti della nostra martoriata Sciacca.

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