Il presidente del Comitato del Borgo dello Stazzone, Leonardo Angelo Pumilia

Ma che avrà di speciale questo minestrone? In fondo, un buon minestrone lo sappiamo fare tutti! Ok. La “specialità “non è un requisito dovuto agli ingredienti o al procedimento di un pasto, bensì alle emozioni che questo riesce a trasmetterci, legati a ricordi, a persone, a luoghi cui siamo legati da rapporti che coinvolgono il nostro cuore.

Leonardo Maniscalco, Salvatore Marinello e Vincenzo Bongiovì

Per noi stazzonari, il minestrone è legato al nome di Salvatore Marinello, che negli anni 70 animava la vita del Borgo marinaro con la sua presenza, in estate e in inverno, raccogliendo intorno alla sua persona e al suo negozio di articoli per la pesca un nugolo di ragazzini, tra i quali i suoi nipoti Giuseppe, Rossella e Salvatore. Per loro organizzava giochi e schiticchi continuamente.

La gara di mangiata di angurie

Fu il primo a pensare a un “parco Robinson” per loro e a una festa rionale che coinvolgesse piccoli e adulti con la “maccheronata” di giorno e la mitica gara di ballo liscio la sera. Il momento clou della stagione estiva era però la preparazione del minestrone. Dapprima fu un padellone in ferro ad accogliere con un certosino procedimento tutti i legumi e le verdure di stagione.

Salvatore Marinello, Sino Mazza e Pino Mucaria

Accorrevano allo Stazzone amici e conoscenti che si radunavano attorno a quel fuoco che sapeva di famiglia, di calore umano, di amicizia, di condivisione. Quella sana atmosfera con cui noi bambini degli anni 60, con le nostre famiglie, avevamo alimentato e nutrito il Borgo

Tra gli altri…Enrico Muratori, Vincenzo Bongiovì Failla, Rita e Nella Rosa, Francesca Scaturro, Pippo Augello.

L’eredità di Salvatore Marinello viene raccolta dai vari Comitati che nel frattempo si sono costituiti per portare avanti iniziative e proposte adeguate e adattate ai tempi nuovi e alla trasformazione sociale dello Stazzone, divenuto, dagli anni 90 in poi, luogo di ritrovo per la nascita di locali per giovani e piccole strutture ricettive. Per tornare ai giorni nostri, l’attuale Comitato di quartiere appena rieletto, ha deliberato di non fare disperdere una tradizione molto sentita dal popolo stazzonaro, annessi e connessi. Dalla padella di ferro si è passati a quella di solido acciaio, protagonista della bella festa del 2017 e 2019.

Il rito collettivo della preparazione dei mitici 35 ingredienti del minestrone si riproporrà, in una versione diversa, ma solo per la location, che sarà quella del Ristorante “Il Porticello” di Ignazio Marino. Le signore stazzonare non vedono l’ora dimettersi all’opera a sbucciare cipolle e affettare carote, sedano, zucchine, zucca, cavolfiori, indivia, tenerumi, fagiolini, patate, cavoli…Il Comitato è al lavoro per mettere a punto l’evento.

Un modo per ritrovarsi, per stare insieme, per vivere le cose semplici che ci hanno accomunato per tanti anni e che abbiamo il dovere di trasmettere ai più giovani.

3 pensiero su “La storia di un minestrone “speciale””
  1. Pur non essendo stazzunaru, ma assiduo frequentatore dello Stazzone, mi è capitato, alcune volte, di partecipare come ” scaplellotto ” a questa festa, perché il gustosissimo sapore del Minestrone…..sapeva di Festa. Bellissima tradizione che ci fa ricordare la spensieratezza della nostra gioventù.

  2. Non ho abitato allo Stazzone , ma l’ho vissuto intensamente negli anni della mia infanzia ! Papà mio è stato x diversi anni presidente del Circolo Nautico il Corallo pertanto trascorreva tuto il suo tempo libero li ed io con lui !!!! Mamma poi mi portava con la sua Fiat 600 blu al mare alla prima curva ! Quello era il mio mare e li c’erano tutti i miei amici ! U Stazzuni …. I miei ricordi più belli !
    Grazie Flavia

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