“È AVVENUTO, QUINDI PUÒ ACCADERE DI NUOVO: QUESTO È IL NOCCIOLO DI QUANTO ABBIAMO DA DIRE”
(Primo Levi – I sommersi e i salvati)

Oggi, 27 Gennaio 2023, si celebra il “Giorno della Memoria”:

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».

Noi contemporanei, siamo in dovere di ricordare uno dei capitoli più bui della storia del Novecento affinché quello che è stato, non si ripeta. Bisogna scongiurare il pericolo dell’oblio in quanto oggi oltre al negazionismo assistiamo alla tendenza a minimizzare quanto successo. Ce lo ricorda la senatrice Segre, la quale da anni lotta per scongiurare che in futuro: “ci sarà una riga tra i libri di storia e poi più neanche quella“.
Inoltre crediamo che la banalizzazione della memoria crea individui mancati, immemori, preda di totalitarismi.

Anche Sciacca celebra questa ricorrenza e si mostra attiva con diverse lodevoli iniziative sia nelle scuole che presso diverse organizzazioni.

In occasione di questa giornata, in cui si richiama alla memoria il dramma degli Ebrei, vogliamo ricordare l’importanza della Comunità ebraica di Sciacca attraverso un breve excursus sulla loro storia. USenza avere nessuna pretesa di essere esaustivi, né di sostituirci agli storici, abbiamo estratto a grandi linee alcuni passi più significativi che li riguardano guidati dall’illustre storico Ignazio Scaturro e la sua magistrale opera “Storia della Città di Sciacca”.

La Comunità ebraica a Sciacca

Irradiatisi per le rive del Mediteranno dopo la caduta di Gerusalemme (70 d.C.), gli Ebrei, si trovano numerosi in Sicilia durante il pontificato di Gregorio Magno (590-604) e di tanto in tanto si moltiplicarono fino a formare 57 comunità o Giudecche, stabilite nelle principali città e oltre un decino dell’intera popolazione dell’Isola.
Gli Ebrei o Giudei di Sicilia di fronte alla suprema autorità politica erano considerati in stato servile, mentre la protezione della corona li poneva ordinatamente al riparo da ogni molestia, la stessa condizione servile, l’odio di razza e l’odio di religione rendevano la loro vita penosa.
Ogni comunità aveva un’esistenza giuridica indipendente, con suoi capitali, privilegi, consuetudini e pesi particolari. Vivevano di vita propria, con magistrati propri e proprie istituzioni come sinagoghe, scuole, ospedali, macelli e cimiteri.


La Comunità ebraica saccense era prospera e numerosa fra quelle siciliane. A Sciacca, nel XV sec. d.C., vivevano circa 1300 ebrei, un numero non indifferente se pensiamo che la popolazione totale era circa 10.000 abitanti. Come afferma la storica, Angela Scandaliato, si trattava di una comunità ricca, impegnata nel commercio del grano, nel settore del prestito e delle banche. Erano mercanti banchieri, in società con mercanti banchieri siciliani con cui facevano grandi affari.

Dove abitavano gli ebrei a Sciacca?

Erano insediati nel quartiere della Cadda, che si estendeva dalla Piazza o mercato dei commestibili fino a San Michele e da San Michele per il Monastero Grande e S. Venera, sino a Porta Palermo.
Il loro cimitero era nella zona della rupe di San Paolo.
Gli archivi notarili sono fecondi di atti. Si vogliono diverse sinagoghe, nei pressi di Porta Palermo, nel cortile Cattano e una terza vicino la chiesa di San Leonardo.


Gli Ebrei avevano anche una sorta di università medievale, diversi documenti attestano la fondazione di uno Studium (Yeshivah). A Sciacca le scuole ebraiche furono importanti e sorsero prima che in altri luoghi.

Una lunga storia di vessazioni e favori

L’astio per gli ebrei è sempre esistito. Già durante la dominazione normanna, nel XII secolo, erano costretti a pagare due tasse speciali: una per l’esercizio della loro religione, quindi a livello di comunità (gisae Iudeorum), l’altra su ogni matrimonio che celebravano (jocularia Judeorum).
Anche durante il regno di Federico III, non mancarono le vessazioni contro di loro. Non era solo il popolo a molestarli, ma gli ufficiali della città e lo stesso magistrato di Sciacca. I disordini erano tanti che lo stesso re, recandosi di persona a Sciacca, nel 1357 con 2 diplomi decise che si restituisse loro quanto era stato ingiustamente tolto.
Nel 1360 concesse loro un altro favore, cioè la licenza di convertire in tempio o meschita la casa lasciata in eredità da un ebreo, che si trovava fuori dal quartiere del Rabato, dal lato di porta Mazara, in contrada Santa Lucia, nei pressi della chiesa di San Leonardo.


Obbligo generale degli Ebrei di Sicilia era di somministrare le bandiere per i castelli reale e per le galee. Gli Ebrei di Sciacca per antica osservanza si occupavano solo della bandiera del Castello Vecchio. Poiché dagli altri ufficiali venivano costretti a prestare anche altre bandiere ricorsero al re Martino che nel 1398 comandò agli ufficiali della città di non molestare i Giudei, servi della Regia Camera, e di non costringerli più di quanto non fossero obbligati nel passato.
Mentre il conte Nicolò Peralta li obbligò alla guardia notturna delle mura, re Martino accolse la loro istanza di essere liberati dall’obbligo, anche se praticamente si crede che abusivamente gli veniva continuato ad imporre. Nonostante i richiami del re all’osservanza delle leggi per difendere gli Ebrei le ingiuste vessazioni continuarono.


Il revisore della rotella

Re Martino aveva concesso al prete Giovanni de Planellario la carica di revisore della rotella dei Giudei, con il compito di vigilare che costoro portassero nella parte superiore delle vesti la rotella rossa. Tagliata e cucita nei modi prescritti affinché si potessero distinguere dai cristiani.
Re Alfonso lo aveva confermato nella medesima carica: revisore della rotella.

Ancora angherie
Nel giugno 1421 presentarono a Messina al re Alfonso alcuni capitoli che furono accolti in maggior parte. Non avevano la forza numerica, né la forza fisica ma possedevano la forza dell’oro, che valeva più di qualsiasi appello alla tolleranza.
Nel 1436 fecero appello al sovrano che ogni anno nei giorni di giovedì, venerdì e sabato santo le loro case venivano invase e saccheggiate dai Cristiani, con grave danno dei beni e delle persone e perciò chiedevano protezione.
Si racconta che in occasione della Domenica della Palme, il popolo si raccoglieva nell’atrio del monastero delle Giummare in attesa che la badessa gridasse: “Popolo ebreo, assalite le palme “.

1492-1493 Epilogo, cacciata degli Ebrei anche a Sciacca

Nella seconda metà del Quattrocento inizia una fase di decadenza che culminerà con la loro espulsione.
Re Ferdinando volle che all’unità territoriale e politica dei suoi domini dovesse corrispondere l’unità delle fede; volle pure le confische dei beni dei miscredenti. Il 31 marzo 1492 a Granata fu segnato l’editto fatale che bandiva gli Ebrei dai tutti regi domini.


Così nei primi di gennaio 1943, gli Ebrei, dopo 14 secoli di dimora furono costretti a lasciare la Sicilia per non farvi più ritorno. Era un popolo di 100.000 persone che andava in esilio. Le conseguenze sono state devastanti: vuoto nei commerci, nelle industrie, nelle città, i quartieri divennero deserti e da allora in poi, il quartiere della Cadda, occupato prevalentemente dagli Ebrei, cominciò ad essere abitato dai Cristiani.


Preso atto della corposa ed importante presenza della Comunità ebraica a Sciacca nel XIV secolo, sarebbe auspicabile valorizzarne l’itinerario lungo il tracciato urbano. Il tessuto storico dei luoghi dovrebbe essere preservato. Attualmente è urgente un piano di recupero, un censimento di questo antico storico quartiere della Cadda dove molti edifici risultano fatiscenti e pericolosi e in generale sembra in stato di abbandono.


Di FILENA RIZZUTO

Sono esperta in comunicazione internazionale e mi occupo di ospitalità di lusso.In questi anni ho capito che in vacanza la vera ricchezza è scoprire le cose semplici e genuine del paese in cui si è ospiti. Per questo adoro condividere le tradizioni, la bellezza e il buon cibo e racconto piccole storie che fanno grande la nostra storia, provando a stuzzicare il piacere della scoperta di Sciacca e delle "cose" di Sicilia.

5 pensiero su “NEL GIORNO DELLA MEMORIA RICORDIAMO LA COMUNITÀ EBRAICA DI SCIACCA”
  1. Bella descrizione fatta con molta sensibilità. Da saccense emigrato in Svizzera non conoscevo la storia degli ebrei di Sciacca. Sapevo dell’esistenza di un quartiere ebraico ma niente di piú. Grazie per questo importante contributo della storia di Saccense

  2. Articolo ben scritto con dati precisi che arriva fino ai tempi contemporanei o quasi . Mi sono occupato poco della storia degli Ebrei in Sicilia e a Sciacca. Questa ricerca mi crea inaspettati stimoli, cerchero’ di documentarmi meglio. In particolare cosa e’ successo a Sciacca nel periodo fascista mi icoriosisce tanto . Voglio condividere il presente saggio che merita di essere letto .

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