Fabio Termine, leader di Mizzica, fa il primo gol in quella partita che è la campagna elettorale per le amministrative di Sciacca, ed è un gol bello, da fuoriclasse mi azzarderei a dire.

Lo dico consapevole di uscire dai più consueti schemi di linguaggio, controllato ed equidistante, proprio di un editoriale giornalistico a tema politico: non lo faccio in termini di schieramento o di compiacenza, non sarebbe il mio stile, ma semplicemente in qualità di osservatore politico che esprime un giudizio personale.

Mi sto riferendo alla dichiarazione politica che Fabio Termine ha rilasciato con un audiovideo della durata di 16,58 minuti sul profilo facebook “Fabio Termine – Mizzica” dal titolo: “Ho qualcosa da dirvi in merito alle notizie di stampa degli ultimi giorni: facciamo chiarezza”.

Quella del leader di Mizzica è a mio avviso una performance di rilievo in termini di dialettica politica e di efficacia comunicativa, di linguaggio diretto e comprensibile ai più, di spregiudicata strategia politica, che vuole essere insieme autonoma e trasversale.

Il probabile candidato a sindaco (la candidatura infatti non è ancora dichiarata) rompe decisamente gli schemi della ingarbugliata dialettica politica locale, tante volte fine a se stessa, e lo fa per mandarle a dire un po’ a tutti, dai suoi più che probabili e scontati avversari fino a chi avrebbe invece potuto rientrare in un’ottica di possibili alleanze e coalizioni, il PD tanto per intenderci.

Lo fa per un motivo esplicitamente dichiarato, assumendosi un ben preciso e calcolato rischio: prendere tutti in contropiede e andare in gol confidando di conquistarsi di persona gli applausi e anche i voti, rivolgendosi direttamente e indistintamente agli elettori di tutti gli altri movimenti politici, il PD in primis, e confidando sul fatto che gli esponenti politici che si pongono alla testa di quei “cartelli di voti” possano alla fine avere scarsa presa elettorale sui propri stessi seguaci.

Insomma, sceglie di rivolgersi direttamente a quell’elettorato che lui definisce “libero” da ben definiti vincoli di appartenenza, sopratutto nella scelta di un sindaco.

Ripetutamente infatti Fabio Termine presenta Mizzica come un movimento alternativo a quel “sistema” politico cittadino basato sull’alternanza amministrativa, cinque anni al centro-destra e cinque anni al centro-sinistra, e che consente a molti politici di rimanere sempre in sella schierandosi una volta da una parte e la volta dopo dall’altra parte.

Questa volta Mizzica, è la tesi di Fabio Termine, può fare da terzo incomodo e spezzare questo meccanismo di alternanza bipolare, con tutte le dirompenti conseguenze del caso.

Mi accorgo di aver descritto la posizione di Fabio Termine e di Mizzica in modo sicuramente meno chiaro e incisivo di come lo ha fatto lui, ragion per cui il consiglio obiettivo che posso dare a chi sia interessato ad assistere o partecipare alla partita delle prossime elezioni amministrative di Sciacca, iniziando con l’ammirare un gran bel gol, è quello di andarsi ad ascoltare quei 16,57 minuti.

Se mi posso permettere, un suggerimento finale a Fabio Termine, che comunque proprio recentemente aveva mostrato di apprezzare il blog ServireSciacca, rilasciandoci in esclusiva un’intervista che è stata molto letta: non faccia della “stampa” un unico contenitore indistinto e non si faccia, nel prosieguo, prendere troppo la mano dalla sua stessa capacità comunicativa, ma pur sempre senza un contraddittorio, per non correre il rischio di apparire alla fine troppo autoreferenziale.

La partita è appena iniziata.

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