In ricordo del Prof. Primo Veneroso, figlio illustre della nostra città, ServireSciacca si pregia di ospitare questo articolo pubblicato da Flavia Verde su ilblogdiflaviaverde.wordpress.com
“Quando l’ho conosciuto, avevo 15 anni e frequentavo la VA del Ginnasio “Fazello” di Sciacca. Lui era il nostro professore di Francese. Era l’unico insegnante a darci del “lei” e questo, per delle ragazzine della nostra età, era abbastanza inusuale e strano. Ma questo fatto banale manifesta invece chiaramente la signorilità di Primo, la sua pacata eleganza, la sua “statura”etica che superava quella fisica, che pure in lui era notevole. Era gigantesco in tutto: nella conoscenza, intesa come vera sapienza; nella pacatezza dei modi; negli studi, seri e appassionati; negli affetti, solidi e duraturi; nei rapporti sociali, aperti e mai limitati ; mai saccente, mai snob; sempre pronto a dare, ma anche a ricevere la “cultura”, quella vera. La vita, in seguito, ha voluto che quel nostro rapporto docente-allieva si consolidasse con l’arrivo di Angelo, mio marito, nel suo studio legale. Era il 196868.
Da allora, fino a ieri, Primo è stato, per noi, un punto di riferimento costante, una guida, un Maestro, un padre (so che Antonio e Alfonso non me ne vorranno, per questo). Loro hanno perso un grande papà. Io e Angelo abbiamo perso una colonna a cui ci appoggiavamo, sicuri che ci sostenesse, con la sua esperienza di vita e la sua intelligenza fervida e senza età. La stima e l’affetto hanno contraddistinto un rapporto che andava al di là degli schemi consueti. Adesso, le parole sembrano vuote per ricordare un uomo di tale levatura, un ricercatore che fa onore a tutti noi per il patrimonio di studi, reperti e di conoscenze che ci lascia, ma soprattutto una Persona meravigliosa, che ha dimostrato che si può essere “grandi” non rinunciando alla modestia e all’equilibrio, all’”est modus in rebus”, a essere sempre e comunque, PRIMO.
Sono passati sette anni dalla sua scomparsa e questa irriconoscente città, senza passato e senza futuro, non ha saputo dare risposte nè predisporre un progetto per ricordare un suo figlio così grande”.