Nel panorama del giornalismo sciacchitano il direttore del Corriere di Sciacca, Filippo Cardinale, è sicuramente un attento osservatore della politica locale, sulla quale sicuramente non risparmia occasione di dire la sua.

Leggendo stamani un suo articolo mi è sembrato di capire che ha già preso il via, in vista delle elezioni amministrative di maggio 2022, il balletto delle liste civiche, o pseudo civiche che dir si voglia, per le quali ci sarebbero già avviati “lavori in corso” alla ricerca di buoni candidati, ovvero di persone in grado di portare un buon bottino di voti alla lista di turno.

Ma vediamo innanzitutto di capirci un po’ meglio, nel senso di condividere innanzitutto che cosa comunemente si intenda per “lista civica”.

Nel Dizionario Enciclopedico Treccani la definizione di lista civica così recita: “lista elettorale presentata alle elezioni amministrative, autonoma rispetto ai partiti tradizionali, con un programma che mira ad affrontare e risolvere problemi locali, formata da personaggi noti o meno noti della località e non necessariamente legati a precedenti politici”.

Di fatto quindi una Lista Civica è, o dovrebbe essere, una sorta di gruppo che, a differenza dei tradizionali partiti, assume più una caratteristica di movimento d’opinione temporaneo e a dimensione locale.

La caratteristica più importante di una lista civica, soprattutto di una lista civica di “paese”, è, o dovrebbe essere, la presenza in lista di candidati facenti parte della cosiddetta società civile, ovvero personaggi noti (o meno noti) e stimati nell’ambito locale (imprenditori, professionisti, sportivi…), che vivono la politica come un essere a disposizione della collettività alla quale offrono le loro capacità ed esperienze e soprattutto il loro tempo.

Capite bene come dietro tale definizione potrebbe anche starci qualcosa di buono, anzi mi azzarderei a dire di molto buono.

Purtroppo però il più delle volte non è stato così, quanto meno a Sciacca, e adesso vi spiego il perché.

Si ritiene che per determinare l’elezione a sindaco di un candidato ci vogliamo almeno 4 liste che convoglino voti in quella direzione. Nella crisi attuale dei partiti politici tradizionali ecco che allora fioriscono liste civiche che altro non sono che una cozzaglia di nominativi, più o meno rispettabili, la cui mission è quella di favorire l’elezione a sindaco di quel candidato, oppure di diventare determinanti per essa.

Tante altre volte le cosiddette liste civiche, denominate con gli appellativi più nobili nell’interesse della città, germinano dalla semina di questo o quell’altro personaggio politico locale (e magari una volta nazionale) che non ha più alcun significativo rapporto con una determinata parte politica e che quindi rappresenta solo e soltanto i propri interessi di parte.

Queste liste civiche sono quindi in realtà liste pseudo civiche, perché non hanno radici in alcuna reale e forte identità programmatica e di visione della città, ragion per cui tante volte dopo le elezioni si sciolgono presto come neve al sole, in mancanza di una qualsiasi amalgama che le tenga unite, se non quella a volte del forte peso “politico” del personaggio di turno che le ha create.

Nell’articolo di cui parlavo in premessa si legge addirittura che il PD di Sciacca sarebbe orientato a non utilizzare il simbolo del partito nelle prossime amministrative e che punterebbe su un ventaglio di liste civiche.

Ma voi ci pensate cosa ciò significherebbe?

Sarebbe come dire che il partito con la maggior organizzazione a livello nazionale, che esprime in città un deputato regionale, che ha amministrato per quattro anni la città con una sindaca eletta sotto il proprio simbolo, rinuncerebbe a presentare una propria lista avvertendo la necessità di mascherarsi dietro il nome di una lista civica…

Per quale motivo? Per salvare il salvabile?

Ma non ci vuole un minimo di dignità anche al cospetto di un’ipotetica sconfitta?

Il segretario dell’assemblea cittadina del PD, Gianluca Fisco, ci ha seccamente smentito questa ipotesi delineata da FilippoCardinale, ma il deputato regionale Michele Catanzaro non ha risposto alla nostra specifica richiesta con riferimento all’articolo del Corriere di Sciacca…

Qualcuno, a questo punto, potrà pensare che ce l’abbiamo con le cosiddette liste civiche.

Nulla di tutto questo, stiamo solo chiarendo cosa normalmente esse sono nella realtà e come sarebbe più trasparente definirle liste pseudo civiche.

Restiamo pertanto in attesa che prima o poi possano maturare anche nella nostra città le condizioni di una vera e propria lista civica, o anche di più, ossia “con la presenza di candidati facenti parte della cosiddetta società civile, ovvero personaggi noti (e meno noti) e stimati nell’ambito locale che vivono la politica come un essere a disposizione della collettività, alla quale offrono le loro capacità ed esperienze e soprattutto il loro tempo; una lista nella quale la progettazione politica è fondata sulla partecipazione, sul confronto, sul dibattito e sulla condivisione di obiettivi comuni (improntati sulla valorizzazione dei beni pubblici) e di scopi operativi e tangibili da perseguire, con candidati che siano dei delegati al servizio dei cittadini e non direttamente rappresentanti dei partiti, un’organizzazione politica quindi con una propria identità ed autonomia”.

Quelle virgolettate sono parole del Dizionario Enciclopedico Treccani.

Riusciranno a trovare mai applicazione in questa nostra città, che si prepara ad affrontare un anno di campagna elettorale?

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