Il mio essere scout mi ha insegnato l’importanza della verifica a conclusione di un’esperienza significativa, per interpretarne i suoi più importanti contenuti.

Da giornalista applico il concetto e cerco di individuare in questo editoriale le cose importanti che ci rimangono dopo la Marcia su Palermo per le Terme di Sciacca:

  • Innanzitutto i contenuti delle interviste rilasciate a Massimo D’Antoni, sotto forma di duello a distanza, dal Presidente Musumeci e dalla Sindaca Valenti. A tal riguardo ne va dato innanzitutto merito al giornalista e all’emittente RMK da lui diretta, perché in quelle due interviste sotto forma di “speciali” c’è già il successo della Marcia. Il profilo attuale dei due personaggi ne esce infatti a tutto tondo. Il Presidente della Regione appare visibilmente irritato, forse per la prima volta il problema termale di Sciacca viene da lui avvertito come un fastidioso problema per la sua giunta di governo regionale. E più Musumeci cerca di argomentare e di attaccare, più sprofonda nel negativo dell’eloquio bugiardo e sgarbato: ad una più attenta lettura, devo riconoscere che quei dieci minuti continuativi di esternazione non fanno altro che indebolirne e peggiorarne l’immagine, perché mettono a nudo un presidente della regione che non ha ancora nulla di concreto in mano da mettere sul tavolo per le Terme di Sciacca. Sull’altro fronte la Sindaca, per la prima volta, appare come una condottiera della sua città e interpreta il ruolo con quelle note di sincerità di chi si ritrova a vivere un’esperienza del tutto nuova ed entusiasmante. E lo fa con argomentazioni che sono emotive e nello stesso tempo concrete. La sensazione è anche che riesca a trasmettere questa sincerità di fondo a chi la ascolti con orecchie non condizionate da pregiudizi di tipo elettoralistico e politico, a chi riesce a prendere le distanze da un certo tipo di politica che produce soltanto negatività.
  • Il gesto eclatante di scendere in campo con una Marcia a piedi su Palermo ha ridato un po’ di fiato e vigore a quella parte della città che si sforza di avere a cuore il patrimonio termale in sé, e non il colore politico di chi chiama a raccolta la truppa; quella parte di città la cui fiammella di speranza è stata indebolita da quel muro di gomma rappresentato dal governo regionale, che ha finora respinto ogni tentativo di dialogo e di comunicazione, muro di gomma che è stato reso ancor più impenetrabile dal precedente atteggiamento “istituzionalmente attendista” che aveva assunto l’amministrazione comunale. In più, il gesto eclatante ha trasmesso il messaggio, incontrovertibile, che anche la città di Sciacca ha un’anima e che c’è ancora chi vuol ribellarsi a quel ruolo di sopita rassegnazione che tante volte ci ha fatto rassomigliare ad un pugile che chiuso all’angolo non riesce a far altro che prendersi una caterva di pugni. No, una parte della città si è rialzata in piedi e vuol farsi rispettare!
  • La città non riesce a liberarsi dalla sua atavica abitudine di dividersi in due, o come qui da noi si dice dalla logica dei ” Perollo e Luna”. Alla faccia delle parole, ma erano solo parole, secondo le quali sul termalismo non ha senso dividersi. Quando poi la sindaca ha lanciato il pubblico appello per far fronte contro la Regione e si è presentata l’occasione di farlo tutti insieme, ecco che è iniziato una sorta di tiro al bersaglio con critiche e obiezioni. Attenzione, molto delle quali anche veritiere, come quelle sulla mancanza di una condivisione preventiva e sull’improvvisazione di carattere organizzativo che ha reso difficile anche la partecipazione alla marcia. Ma un cittadino attivo che abbia a cuore il rilancio delle Terme avrebbe dovuto fare di necessità virtù, mettendo in secondo piano perplessità e obiezioni, e quindi partecipare o aderire all’azione di protesta. Tra l’altro, anche la cosiddetta “opposizione” avrebbe potuto giovarsi di questa Marcia, con una partecipazione di trasparente significato politico e magari contestando nello stesso tempo alla Sindaca i suoi silenzi sull’argomento termale per quattro lunghi anni.
  • La partecipazione non è stata di massa, è vero, e su questo hanno sicuramente influito molto le caratteristiche del percorso e i giorni interamente feriali, quindi lavorativi per la maggior parte dei concittadini. Tuttavia il termometro della sensibilizzazione cittadina mostra a mio avviso una temperatura in rialzo e le associazioni così come il volontariato più radicati nel territorio hanno partecipato con propri rappresentanti o comunque manifestato adesione. Alla fine quindi è venuto fuori un aspetto più simbolico che di massa, ma diversamente non poteva essere visto il tipo di approccio organizzativo, e comunque tutti i chilometri del percorso sono stati veramente percorsi a piedi.
  • L’amministrazione comunale invece che essere “asfaltata” dalle critiche si è cementata sulla strada. I chilometri e la fatica, fatti insieme, hanno rafforzato la coesione personale e politica nella squadra formata dalla sindaca e dagli assessori, che nell’ultimo scorcio di legislatura potrà magari lavorare meglio sullo slancio di questa forte esperienza
  • C’è ormai la consapevolezza, sempre più consolida, che la questione termale vada affrontata con idee e risorse nuove: così ad esempio un importante e preventivo impegno finanziario da parte della regione per una manutenzione straordinaria del patrimonio immobiliare ed impiantistico potrebbe essere propedeutico per convincere gli imprenditori privati del settore ad interessarsi alle nostre Terme, fatta salva la possibilità di una partecipazione minoritaria della regione ad una eventuale società di gestione a capitale misto; così ad esempio un eventuale avviso pubblico di gara deve avere contenuti in linea con l’importanza del patrimonio termale e non essere semplicemente raffazonato e inadeguato; così ad esempio si può tentare di proporre l’inserimento delle grotte vaporose del monte Kronio tra i beni dell’umanità riconosciuti dall’UNESCO, ecc. ecc.
  • L’appello finale della sindaca Francesca Valenti alla città, dinanzi al Palazzo della Regione, che conferma il cambio di linea politica dell’amministrazione comunale sulla questione termale: “Noi siamo pronti a continuare. L’esigenza di rilancio del territorio è di tutti, di qualsiasi colore e appartenenza politica. I riflettori sulla questione termale sono stati accesi, adesso tocca a tutti noi non farli spegnere. Adesso io vi chiedo di essere comunità, io chiedo a tutta la città di continuare insieme, concordiamo insieme come fare, però continuiamo, non fermiamoci, a questo punto non possiamo più aspettare, è il tempo della rinascita, ci sono i piani europei per la ripresa. Quindi le Terme devono essere l’argomento che ci deve coinvolgere subito, perché a Sciacca tutto passa per le Terme e quindi non fa niente che oggi non sono presenti tutte le forze politiche, domani ci saranno perché questa deve essere una battaglia inclusiva. Siamo qui per ripartire, vi chiedo con il cuore di continuare fino a quando non avremo la certezza di recuperare le nostre terme.”
  • Il fatto stesso che Musumeci non abbia ricevuto la delegazione cittadina a conclusione della Marcia: un segnale evidente di debolezza, un assist alla sindaca che ha così potuto replicare all’ennesimo sgarbo istituzionale di Musumeci alla città di Sciacca invitandolo per l’ennesima volta ad un incontro e confronto con la città di Sciacca, ma questa volta tra le mura amiche: le forze politiche cittadine vorranno lasciare in appalto al Partito Democratico anche questa seconda fase di “convincere” Musumeci con le buone o con le brutte a renderci visita? Oppure, più saggiamente, faranno ricorso a quel documento politico approvato all’unanimità in consiglio comunale prima dello scioglimento e sottoscritto anche dalla sindaca, convergendo su una rinnovata solidarietà civica trasversale?
  • I giovani: non tanti, ma ci sono stati. E’ sulle loro gambe e attraverso la loro forza di volontà che la città si gioca il proprio futuro, nella capacità di questi giovani di comprendere che un termalismo moderno e diffuso può significare centinaia se non migliaia di posti di lavoro. Giovani come Salvatore Tornetta, che ha simbolicamente consegnato alla sindaca la propria tesi di laurea su un possibile e futuro sviluppo di Sciacca come città turistica e termale.
  • Infine due interrogativi: riuscirà la sindaca Francesca Valenti a mantenere la barra dritta sul nuovo percorso intrapreso, battendo il ferro finché è caldo? Riuscirà la sindaca Francesca Valenti ad essere veramente inclusiva nel preparare ed agire le prossime mosse?
3 pensiero su “EDITORIALE: LE COSE IMPORTANTI CHE CI RIMANGONO DOPO LA MARCIA SU PALERMO”
  1. Esauriente e correttissina analisi sulla marcia per le terme e le considerazioni politiche. Grazie per le puntualizzazioni espresse.

  2. Mi auguro che si procederà con la collaborazione di tutti,per dare vita ad un nuovo percorso di crescita civica col cuore ❤️. buona strada da scout per sempre 40anni di vita a servizio del mio prossimo ❤️

  3. Ho ascoltato le dichiarazioni/interviste rilasciate a Massimo D’Antoni dal Presidente della Regione e dal Sindaco di Sciacca.
    Ognuno ha cercato di portare acqua al proprio mulino.Musmeci ,anche se non ha gradito le dichiarazioni di Francesca Valenti,ha sbagliato a non farsi trovare a Palazzo D ‘Orleans per ricevere la delegazione dei cosidetti marciatori .Non è che se la Meloni alza il tiro nei confronti di Draghi,il Presidente del Consiglio non La riceve a Palazzo Chigi.
    Superiamo per carità di patria e di Sciacca questo braccio di ferro.
    Qualcuno,indico il Vpresidente dell’Ars
    Roberto Di Mauro,agrigentino e di area moderata,si metta a lavoro per organizzare un vertice Musuneci/Valenti e stabilire un’agenda sulle cose da fare con urgenza.Le Terme debbono essere riaperte.
    Rinviate al momento elettorale le vostre polemiche.Prima viene l interesse pubblico e dopo le liti da comari.Grazie per quello che farete.
    Lillo craparo ex Sindaco di Sciacca

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