“Nemo propheta in patria” è la celebre locuzione in lingua latina, che trova origine nei Vangeli sinottici, il cui corrente significato fa riferimento alla circostanza che “nessuno è profeta nella propria patria”.

Un detto che calza a pennello rispetto al riconoscimento che da Acireale oggi arriva sulle pagine del quotidiano LA SICILIA di Catania da parte del prof. Rosario Faraci, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Catania, nei confronti dell’azione svolta dal Comitato Civico Patrimonio Termale di Sciacca in particolare con riferimento al Manifesto -Appello che, su iniziativa dello stesso Comitato, è stato inviato al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro per il Sud Mara Carfagna e al Presidente della Regione Nello Musumeci per chiedere l’utilizzo di risorse europee della Next Generation Eu al fine di salvare e valorizzare la filiera del termalismo siciliano, a firma di otto Sindaci del territorio di Sciacca, dei parlamentari territoriali e del Comitato Civico.

E’ passata un pò sotto silenzio, osserva il Prof. Faraci, la notizia di questo Manifesto-Appello, che avrebbe meritato un approfondimento e anche una maggiore attenzione di tutti i parlamentari siciliani, senza distinzione di appartenenza partitica, perché il valore del termalismo non si pesa soltanto con il valore contabile degli stabilimenti e delle strutture ad essi collegate, ma sopratutto per il suo impatto, ovvero per la forza d’urto che ha su altri settori economici ad esso contigui, in primis il turismo.

Il Prof. Faraci definisce coraggioso l’appello promosso dal Comitato Civico e sottoscritto dai Sindaci e parlamentari del territorio, sottolineando come se è vero che l’Unione Europea giudica i progetti col metro dell’impatto economico, benissimo ha fatto il Comitato Civico Patrimonio Termale a scrivere a Draghi, Carfagna e Musumeci: con la loro richiesta – conclude Faraci – i saccensi hanno avuto l’intuizione di puntare il dito sul fatto che la chiusura del complesso termale in quel territorio ha avuto un impatto con effetti economici ancor più devastanti delle perdite e dei debiti accumulati dagli stabilimenti termali a causa della manifesta incapacità della Regione a gestire il business termale.

Per il lettore che volesse approfondire le approfondite argomentazioni del Prof. Faraci, che insegna Principi di Management nell’ateneo catanese, rimandiamo al contenuto dell’articolo qui sotto riportato.

Da parte nostra non possiamo che raccogliere e riferire della più che legittima soddisfazione con cui il Direttivo del Comitato Civico ha accolto questo tributo proveniente da un esperto di termalismo ed economia turistica, dopo aver tante volte dovuto ingoiare bocconi amari a causa di quel muro di gomma che a livello cittadino e regionale il fronte politico e della burocrazia amministrativa tante volte frappone alle iniziative e alle proposte dello stesso Comitato Civico Patrimonio Termale.

Zammuto, Cucchiara, Mistretta, Porrello e tutti gli altri componenti del Comitato Civico confidano adesso che uno spiraglio possa, quasi magicamente, aprirsi sul fronte dell’articolata iniziativa messa in campo dal Ministro Mara Carfagna per il miglior finanziamento del rilancio economico delle regioni meridionali, e in questa direzione il rinnovato direttivo continuerà a lavorare fino all’ultimo giorno della definizione del Recovery Plan, animato dalla consapevolezza che anche nel caso in cui questo tentativo non dovesse sortire alcun effetto ci si sarà battuti per una giusta causa, confermando di svolgere il ruolo di quelli che non si arrendono mai perché al futuro del termalismo di Sciacca continuano a crederci.

E per una causale coincidenza, ma dai profondi significati, nella stessa pagina in cui è pubblicato l’articolo del Prof. Faraci c’è un altro articolo a firma dell’ex sindaco di Sciacca Lillo Craparo dal titolo assai emblematico: “Il Recovery per fare davvero della Sicilia la Florida d’Europa”. E al buon giornalista che ha la memoria lunga viene subito in mente che proprio una frase come questa è sempre stata il cavallo di battaglia degli esponenti del Comitato Civico, per sostenere la propria azione finalizzata alla valorizzazione di un nuovo termalismo siciliano della salute e del benessere.

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