Riceviamo e doverosamente pubblichiamo:

Egregio direttore della testata giornalistica online Serviresciacca.it, ho appreso con forte stupore che nostri concittadini abbiano fotografato e poi pubblicato su diversi social le immagini di una nostra telecamera “E- killer“.

Il Suo articolo, probabilmente scritto perché venuto a conoscenza del fatto, pone un problema che si protrae da tantissimi anni; il presunto inquinamento di alcune zone costiere del nostro territorio.

Premesso che il sottoscritto non vuole e non può, non essendo né un biologo marino e neppure un chimico, valutare l’effettiva balneabilita’ delle acque, ma da operatore della sicurezza della collettività DEVE significare alcuni chiarimenti.

L’ASP ogni anno comunica, in attuazione di una norma sanitaria nazionale, al Comune di Sciacca quali sono le zone marine da inibire alla balneazione.
Il sindaco, quale responsabile e principale organo sanitario della città, DEVE emettere un’ordinanza sindacale di divieto di balneazione. La legge OBBLIGA l’autorità sanitaria comunale ad ottemperare alla lettera e rendere pubblica la situazione igienico/sanitaria, prevedendo tra l’altro la collocazione, sulle spiagge interessate dal provvedimento, di apposita segnaletica.
Cosa che viene fatta celermente, seguita da una puntuale e specifica relazione della polizia municipale, inviata al sindaco e all’ASP competente.
Spesso accade che l’ASP faccia controllare che i cartelli siano stati installati correttamente, purtroppo, come in questo caso, i cartelli o sono stati resi illeggibili o addirittura fatti scomparire.

Anni fa, per colpa di qualche “imbecille”, che Lei chiama simpaticamente ” Robin Hood”, un sindaco e il pro tempore comandante della PM rischiarono seriamente di essere indagati per omissione di atti d’ufficio. Dimostrammo che i cartelli erano stati correttamente posizionati e che solo per colpa di qualche “imbecille”, non erano più presenti nelle zone previste.
che il cartello sia stato fatto stampare e collocare in breve tempo è dovuto alla rigidità che la legge e le autorità Sanitarie Regionali impongono e pretendono.

Occorre, altresi’, rappresentare che chi danneggia, imbratta, stradica o si impossessa di questo tipo di segnaletica non solo è un vandalo ma un delinquente, in quanto commette più reati previsti dal nostro codice penale.

Infine, va sicuramente sottolineato, che tale atto vandalico incide sulle spese della collettività in quanto i cartelli e i supporti vengono acquistati con i soldi dei cittaduni saccensi.
Ps:
È necessario sottolineare che la pubblicazione delle foto sui social, da parte dei cittadini, può essere configurato quale intralcio alle attività di indagini.
Grazie per la cortese pubblicazione.
Cordialmente il comandante f.f. della polizia municipale di Sciacca
Dr. Salvatore Navarra”

Siamo noi che ringraziamo pubblicamente il comandante Navarra dei chiarimenti forniti, peraltro in parte già noti e fedelmente riportati in nostri precedenti articoli sull’argomento.

Sicuramente questa particolare vicenda assume, per suoi specifici connotati, un indubbio interesse sotto il profilo giornalistico, che ci ha indotto a trattarne liberamente e anche in tono un pò ironico con il riferimento a quello sconosciuto che abbiamo definito novello Robin Hood.

Una sola precisazione vorremmo aggiungere alla più che corretta ricostruzione del comandante Navarra, al fine di rendere il quadro della situazione totalmente chiaro.

Ci risulta che nell’ambito degli uffici comunali, dei loro dirigenti o comunque di qualcuno degli amministratori deve esserci chi ha la competenza di poter richiedere una nuova verifica di controllo delle acque nel tratto di mare a cui si riferisce il divieto in questione: questa della richiesta comunale e di una conseguente nuova analisi delle acque è l’unico modo, qualora le acque risultassero non inquinate, per rimuovere quel divieto che altrimenti si rinnova automaticamente ogni anno.

Perché, con la stessa solerzia ed efficienza che il Comando di polizia municipale mette giustamente in campo come descritto dal comandante Navarra, nessuno richiede o impone che il Comune faccia quella sacrosanta richiesta di rinnovare dopo oltre dieci anni quell’analisi delle acque del Lido Salus?