Un’esperienza emotiva intensa, una vasta gamma di stati d’animo.
È quel che suscita un luogo abbandonato, a chi tanti anni or sono lo ha conosciuto come un luogo comunque significativo della nostra città e non privo di un particolare fascino, pur nella sua limitatezza di stazione ferroviaria di una linea a scartamento ridotto scarsamente frequentata.
Ma gli amarcord sono sempre emozionanti, e questo luogo a me evoca ad esempio il ricordo della mia prima gita scolastica in quinta elementare ad Agrigento, delle partenze per le nostre avventurose uscite scout di esploratori dell’ASCI o l’attesa per l’arrivo a Sciacca di parenti mai conosciuti prima di allora e provenienti dalla lontana Argentina…





Il 1 gennaio 1986 la nostra cara stazione ferroviaria chiuse definitivamente i battenti per la soppressione di quel tratto di linea ferroviaria a scartamento ridotto (già allora la stessa storia di sempre, invece di andare avanti noi a Sciacca siamo bravissimi ad andare indietro…).
Ma il peggio è che il peggio doveva ancora arrivare…
I progettisti del piano urbano di mobilità sostenibile ebbero, tanti anni dopo, la felice idea di indicare la vasta area esterna che circonda l’immobile dell’ex stazione ferroviaria come il luogo migliore per realizzarvi quel che avrebbe dovuto essere io parcheggio auto principale di Sciacca, da collegarsi con scale mobili a piazza Angelo Scandaliato. Su quella stessa area tuttavia si erano accentrate le attenzioni di un gruppo di imprenditori privati che riuscirono ad accaparrarsi il bene grazie al fatto che il Comune di Sciacca, nonostante le previsioni del PUMS in vigore, non ritenne di esercitare l’opzione di prelazione per l’acquisto a cui aveva diritto.
Da quel momento l’ex stazione ferroviaria divenne cosa privata, ma dei ventilati progetti imprenditoriali non se n’è fatto finora nulla.
In questi ultimi giorni è ritornata ad essere al centro di sussurri e voci che si rincorrono per dei lavori che vi sarebbero stati realizzati nell’area scoperta dove scorrevano i binari, per un sopralluogo di controllo effettuato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento e poi ancora per altre voci non adeguatamente verificabili.
Quel che fu il cancello di ingresso alla stazione è comunque aperto e quando lo attraversi inizia quell’esperienza visiva che suscita quella emozione intensa, quella vasta gamma di stati d’animo che la visione dell’oggi procura:














