Il coordinatore del comitato Inter.Co.PA interviene oggi sulle vicende del SII (Servizio Integrato Idrico) con la seguente nota che pubblichiamo integralmente:

“Inter.Co.Pa, su quanto sta accadendo all’interno dell’Assemblea di AICA, ha il timore che si stia giocando una partita tutta politica piuttosto che per l’interesse e la tutela del diritto di 430.000 cittadini agrigentini che da anni sperano che il SII venga gestito con l’obiettivo di ridurre loro le eccessive tariffe a loro carico.

Il Comitato ritiene che possa essere utile far conoscere ai cittadini quali sono le istituzioni che si occupano della questione acqua pubblica.

L‘istituzione principale è l’ATI (Ambito Territoriale Idrico), costituito dai 41 sindaci della provincia, che nel 2020 hanno deciso per la gestione pubblica attraverso l’Azienda Speciale Consortile.

Poi esiste l’Assemblea dell’AICA, formata sempre dai 41 sindaci, che ha provveduto a redigere lo statuto e le regole contrattuali di regolamentazione.

Altro organo sono il Consiglio di Amministrazione dell’AICA, formato da un presidente e due consiglieri professionisti competenti della materia, e il Direttore Generale.

Ed infine la Consulta degli Utenti, organismo di rappresentanza e di controllo di tutte le associazioni che da tempo si impegnano per tutelare gli utenti della provincia di Agrigento.

Detto questo, al momento la situazione del SII è molto grave, per via di una guerra interna all’Assemblea dell’AICA.

Appare fondato il sospetto che qualcuno voglia condurre la società consortile pubblica al fallimento per tornare al regime privato, con tutti gli interessi di tornaconto che quest’ultimo può concedere alla politica di un territorio che guarda al dato elettorale piuttosto che all’interesse dei 430.000 cittadini agrigentini e del Consiglio di Amministrazione che non si ritrova su nulla . Questo determinerebbe il risultato di tornare alle logiche politiche della nostra in/cultura politica, di rendere vano il tentativo di fare compiere ad AICA un incredibile “miracolo” .

Il primo elemento che induce alla preoccupazione di Inter.Co.Pa è la richiesta del Comune di Agrigento della convocazione di un’assemblea di AICA per deliberare sulla nomina del Direttore Generale.

Una richiesta che al momento appare tendenziosa, dannosa e inopportuna considerato che un D.G. c’è già ed è perfettamente operativo, anche se con un incarico temporaneo.

Al momento Inter.CO.PA. ritiene che l’avvicendamento del D.G. sia sospetta, inopportuna e con dubbi di legittimità. Sospetta perché si intende nominare Claudio Guarneri, la cui identità certamente non sfugge a chi si intende di politica.

La richiesta di avvicendamento avviene in un momento molto delicato e cruciale per AICA: in particolare nel 2023, dopo che l’attuale D.G. ha dato seguito a innumerevoli iniziative strategiche per l’azienda per i programmi del SII della società AICA quali: tariffe, piano di investimenti, budget annuali e pluriennali, piano fabbisogno personale riorganizzazione aziendale, progettazione puntuale per il miglioramento del servizio e programmazione dell’utilizzo di 100.000.000 di euro di finanziamento pubblico da ultimare entro il 2023.

Ciò a prescindere dal Piano di Interventi relativo al 2023-2025 che prevede un investimento di 257 mln di euro.

La nomina a D.G. di Guarnieri, la cui richiesta si legittima per essere secondo in graduatoria, non è legittimata così chiaramente dalle disposizioni come si vuol lasciare intendere. Le disposizioni in tal senso tra i requisiti prevedono che “…non siano componenti di direzione politica dell’amministrazione, che non ricoprano cariche politiche ….” ed essere in possesso di requisiti previsti di dottorato per profili specifici o livelli di inquadramento di alta specializzazione, in possesso di titoli di dottorato di ricerca o master universitario ….”.

Tutto questo mette in forte rischio la realizzazione di quanto già programmato perché è impossibile che Guarnieri abbia la minima idea da dove iniziare. Dovrebbe essere invece il Direttore Generale, colui che programma e realizza tutto quanto fatto fino ad oggi.

E adesso il comitato Inter.Co.PA, prova a spiegare perché esiste il tentativo di far fallire un “miracolo”.

Quando l’ATI, dopo avere cacciato il privato Girgenti Acque, scelse il SII pubblico attraverso l’Azienda Speciale Consortile, era consapevole di quanto stesse facendo: se non tra tutti i 41 sindaci, almeno tra la maggioranza di essi. Bene, l’Azienda AICA, per fare in fretta nacque con un capitale sociale di 20.00 euro, e ancora qualcuno non ha versato la propria quota. Certamente la maggioranza dei sindaci sapeva che la società AICA doveva essere dotata di un capitale sociale, come del resto tutte le società economiche-finanziarie del mondo.

Bene, dico subito dove sta il miracolo: sfido chiunque a portare la prova di una qualunque società economico-finanziaria che abbia avviato una attività senza un euro di capitale sociale. AICA lo fa da due anni e luogo comune di chiunque, dai media, ai cittadini, tutti continuano a dire che AICA è peggio di Girgenti Acque.

E’ giusto fare presente che per il 2023 Aica prevede un bilancio in rosso determinalo dall’aumento di 12 mln di euro per le bollette elettriche: per il 2024 è previsto un pareggio di bilancio e nel 20225-2026 un bilancio positivo.

E’ davvero il caso di interrompere un vero miracolo?

FRANCO ZAMMUTO

Un pensiero su “AICA E ACQUA PUBBLICA: IL J’ACCUSE DI FRANCO ZAMMUTO”

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