La rete ospedaliera siciliana

La riunione svoltasi ieri a Palermo in VI Commissione “Salute” dell’ARS, dedicata al presidio ospedaliero di Ribera, con la partecipazione tra gli altri dell’assessore regionale Volo, dei deputati regionali Pace e Savarino, del sindaco di Ribera e del commissario straordinario dell’ASP di Agrigento Zappia, costituisce di fatto una tappa di rilevante importanza nel percorso di superamento dell’attuale modello di “Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera”, percorso intrapreso con grande fermezza dalla comunità riberese con il supporto dei suoi più qualificati rappresentanti politici.

Non spetta certo a noi dire se la proposta il superamento, dell’attuale modello, qualora dovesse concretizzarsi, sarà un bene oppure svantaggio per l’intero territorio del distretto sanitario di Sciacca, ma quel che ci sentiamo di dire è che ci appare inutile nascondere la verità sotto dichiarazioni di circostanza, giri di parole, invocazioni alla auspicabile complementarietà delle due strutture.

La verità è che in tutta questa vicenda i due presidi ospedalieri di Sciacca e Ribera, oggi assai malamente riuniti nella realtà dei servizi offerti (ed è questo forse il vero problema…), rischiano di ritrovarsi o già si ritrovano su fronti contrapposti. Punto. E che le conseguenze, positive o negative, del nuovo modello sanitario proposto per il territorio si potranno verificare solo in futuro.

Abbiamo cercato di capirci meglio noi stessi per far capire qualcosa in più ai nostri lettori, perché anche questa è la funzione di un giornale, non soltanto quella di dare notizia della riunione palermitana e dei comunicati stampa sulla stessa.

La richiesta che è stata avanzata all’assessorato regionale alla Sanità, nella sede qualificata della Commissione Sanità, è come noto quella del riconoscimento all’Ospedale di Ribera della qualifica di “presidio ospedaliero in zona particolarmente disagiata”.

La normativa nazionale che disciplina il settore sanitario sotto il titolo di “ Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate” prevede che “le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere presidi ospedalieri di base in aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi, oppure in ambiente insulare. In tali presidi ospedalieri è garantita un’attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto”.

Qualora ottenesse tale riconoscimento, quindi, l’Ospedale di Ribera riacquisterebbe non solo un Pronto Soccorso pienamente operativo, ma anche i servizi di supporto che sono quelli di un Presidio ospedaliero di base (normalmente con bacino di utenza 80.000 – 150.000 abitanti), dotato delle seguenti specialità: Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore (h.24) di Radiologia, Laboratorio, Emoteca, nonché letti di “Osservazione Breve Intensiva”.

È del tutto comprensibile come questo tipo di soluzione risulti molto ben gradita alla comunità riberese: l’attuale configurazione di Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera prevedeva infatti per il presidio riberese, nell’ultima programmazione resa pubblica, posti letto soltanto per Chirurgia generale (6), Medicina generale (10), Recupero e riabilitazione funzionale (44), Geriatria (10), Neurotiabilirazione (14) e Lungodegenti (18).

A questo punto c’è da chiedersi: quale potrebbe essere il rischio conseguente a una tale ipotizzata evoluzione di Ribera, che il commissario straordinario dell’ASP in un recente colloquio non registrato con un giornalista di ServireSciacca considerava già come fatta?

Il contesto generale in cui tale vicenda del distretto di Sciacca si inquadra è quello di una conclamata crisi della sanità pubblica che, per quanto riguarda i Pronto Soccorso negli ospedali italiani è chiaramente espressa in queste immagine della nota trasmissione televisiva Report:

Chi ha assistito a questa recente puntata di Report sarà stato preso dai brividi venendo a conoscenza di quanti Pronto Soccorso sono stati chiusi in Italia e di quanti interi Ospedali con tutte le correlative unità operative sono stati chiusi, iniziando da quel Veneto che è stato da sempre all’avanguardia nella Sanità pubblica.

Ma senza andare così lontano, come in Veneto o in Lombardia, tutti noi sappiamo bene quanto le unità operative dello stesso presidio ospedaliero di Sciacca versino in una condizione di costante crisi per la mancanza di personale, ad iniziare proprio dal Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II.

Quindi, delle due l’una:

⁃ la “rinascita” dell’Ospedale di Ribera, se realizzata, riuscirà nel tempo a rappresentare una inversione di tendenza rispetto al generale trend della sanità pubblica italiana

⁃ oppure

⁃ il “doppione” di Pronto Soccorso e di diverse altre unità operative specialistiche che si verrebbe a realizzare, in due ospedali che si trovano ad una distanza di soli 10/15 minuti, finirebbe per danneggiare, depotenziare e indebolire entrambe le strutture.

E passiamo a quello che oggi si chiama “Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera” ed è attualmente configurato come DEA di primo livello (sulla carta quanto meno…).

Il DEA di I Iivello è “la struttura ospedaliera (spoke) che esegue tutti gli interventi previsti per l’ospedale sede di pronto soccorso e svolge altresì funzioni di accettazione in emergenza – urgenza per patologie di maggiore complessità, con le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione.

Contemporaneamente, in essa devono essere garantiti interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologia). Sono inoltre assicurate le prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini, e trasfusionali. La struttura sede di DEA di I Livello serve un bacino di utenza di 150.000 – 300.000 abitanti con un numero di accessi annui appropriati superiore a 45.000”.

Questo riconoscimento della qualifica di DEA di primo livello, superiore a quella di ospedale sede di Pronto Soccorso, è stata ottenuta con io D.M. 70/2015 come Ospedali Riuniti Sciacca-Ribera, quindi sulla base di numeri e statistiche risultanti dall’Unione e sommatoria dei due presidi ospedalieri.

L’interrogativo a cui sarebbe importante dare adesso una risposta è se ci sia il pericolo che il distretto sanitario di Sciacca possa perdere in futuro il riconoscimento di DEA di primo livello qualora andasse in porto la rinnovata separazione tra Sciacca e Ribera.

Se tale possibilità fosse ipotizzabile, significherebbe scegliere se sia meglio avere in futuro, nell’ambito di 10/15 chilometri, due ospedali sede di Pronto Soccorso piuttosto che un solo ospedale sede di DEA di primo livello.

La prima conseguenza di una tale ipotesi sarebbe, come distretto, che dovremmo definitivamente rinunciare alla possibilità di avere la dotazione di una Stroke Unit, ossia la terapia di urgenza tempo dipendente per gli ictus…

Sorge a questo punto il sospetto malizioso che non sia solo un caso di mala sanità il fatto che l’ASP di Agrigento non si sia mai attivata per dotare l’Ospedale di Sciacca di quella neurologia che è indispensabile per rendervi operativa la struttura di Spoke Unit.

Si potrebbe infine ipotizzare che tutto si risolva per il meglio: ossia che, se Ribera diventa un ospedale di zona disagiata, Sciacca rimanga una sede DEA di primo livello, con tutte e due le strutture nel pieno della loro funzionalità, senza situazioni emergenziali di carenza di personale e con la Spoke Unit attivata.

Chi pensa che oggi o domani ciò sia possibile alzi la mano…!

Sull’argomento i due principali attori politici territoriali, Margherita La Rocca Ruvolo e Carmelo Pace sembrano avere sfumature diverse:

La parlamentare forzista, componente della commissione Salute, ribadisce che gli gli ospedali di Sciacca e Ribera devono essere complementari, e che l’ospedale di zona disagiata invocato dal sindaco di Ribera e dal comitato che si è costituito richiede comunque tempi lunghi, pronunziandosi prudentemente anche sulla richiesta di un pronto soccorso: “Sarebbe eventualmente necessaria dotarlo della traumatologia, intanto procediamo per gradi, intanto è urgente occuparsi dell’Ospedale di Sciacca per il quale non è più tollerabile lo stato di emergenza in cui si trova”.

Gli fa eco sull’altro fronte la linea di condotta di Carmelo Pace, non del tutto in sintonia, che in un comunicato stampa afferma tra l’altro:

“La volontà espressa dall’assessore Volo di concretizzare l’avvio dell’iter per il riconoscimento del “Fratelli Parlapiano” come pronto soccorso di zona disagiata comporterebbe non solo un efficiente presidio ospedaliero per le zone interne delle Terre Sicane che, attualmente, non riescono a raggiungere in tempi celeri un pronto soccorso, ma agevolerebbe anche il Pronto Soccorso del “Giovanni Paolo II” di Sciacca che, nonostante gli sforzi del personale sanitario, è quotidianamente al collasso. In audizione, infatti, si è parlato anche delle prospettive del nosocomio saccense auspicando il potenziamento delle strutture presenti e con l’apertura di nuove unità operative. Tutto ciò, è utile ribadirlo, al fine di non alimentare, così, campanilismi di sorta fra la comunità di Sciacca e quella di Ribera”.

Campanilismi di sorta? Saranno i fatti in futuro a dire quale sia la verità e la più giustacvisione.

2 pensiero su “CONTESA OSPEDALIERA TRA RIBERA E SCIACCA: QUEL CHE SI FA FINTA DI NON CAPIRE”
  1. siamo lontani dalla realta’ concreta:
    l’assessore sapra’ spero che Sciacca e’ stata Azienda Ospedalira autonoma e anche per questo ha potuto vantare la nascita di un reparto di oculistica,di un reparto di emodinamica collegato alla rete per l’infarto,di un reparto di neurotiabilitazione,di un servizio di Anatomia Patologica, di una Camera Iperbarica ,di un servizio di Oncologia,di una Medicina D’Urgenza ed Accettazione con annessa OBI ( osservazione breva intensiva),in aggiunta a quanto gia’ esistente in ambito rianimatorio ed anestediologico radiologico con Tac e Rmn di ultima generazione,pediatrico,ginecologico,cardiologico con UtIC,internistico, chirurgico,ortopedico,ematologico con talassiemia e banca del cordone ombelicale prima in Europa eseconda nel mondo;ma come si puo’ fare un confronto con Ribera?
    chediamolo agli stessi riberesi che hanno usufruito per primi dei servizi sopracitati.
    non e’ possibile essere cosi’ miopi!

  2. Complimenti per la lucidità dell’articolo, solo che dove scrivi Spoke Unit dovevi scrivere Stroke Unit che è, come tu stesso aggiungi, la Reparto per gli ictus.

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