Mi trovo in piazza Angelo Scandaliato, lo chiamano e anche a me piace chiamarlo il “salotto di Sciacca”. La giornata novembrina riserva un clima mite, un sole splendente e un cielo azzurro, come solo la Sicilia sa farti dono. Il panorama di mare e porto è splendido, come sempre. Il tutto mi invita a fare i soliti quattro passi per sfuggire ai ritmi frenetici del nostro quotidiano. Non so neanche perché, ma mi dirigo verso la villetta adiacente la chiesa di San Domenico. Vi entro.

Ad accogliermi è lui, anzi la sua statua, quel Tommaso Fazello che occupa un posto di rilievo tra i personaggi storici di Sciacca. La base del monumento appare ancora sfregiata e imbrattata da disegni e scritte ad opera di vandali e teppisti, ma nessuno ha trovato il tempo e il modo per ripulirlo, magari se ne sono anche dimenticati… Peccato!

Faccio ancora qualche passo nella villetta e quando abbasso lo sguardo i miei occhi vedono quanto segue:

È la conseguenza della perdurante presenza di tanti “imbecilli incivili” e della perdurante assenza di un pulizia giornaliera degli spazi verdi della nostra città. Quasi quasi, preso come sono da un nervosismo crescente, sto dimenticando che il famigerato PIANO ARO non lo prevede. Peccato!

Non appena giro lo sguardo sulla destra mi imbatto in una vecchia porta sfondata, proprio a ridosso dell’ingresso di alcuni uffici comunali:

La curiosità, lo capite bene, è figlia del giornalismo e quindi il minimo che posso fare è varcare quella porta:

Mi addentro su per la scala in questa parte dell’edificio che tanto tempo fa faceva parte del convento San Domenico prima di passare tra molte, troppe mani. Vi documento con fotografie ciò che si presenta davanti all’obiettivo:

Non vi nascondo che quando esco sono un po’ incazzato, ma anche consapevole che per tanti miei concittadini il motivo della mia incazzatura deve risultare incomprensibile. Peccato!

Si è fatto tardi, ho l’auto posteggiata in viale Eleonora d’Aragona, quindi mi dirigo verso la scalinata per fare a piedi la discesa. Dò un’occhiata di sfuggita all’orologio sulla facciata del Palazzo conunale, ma è ancora fermo sulle 11:25: nessuno ha trovato il tempo e il modo di rimetterlo in funzione. Peccato!

Al primo gradino i miei occhi invece di farsi rapire dalla visione del mare sono così impertinenti da girarsi verso destra, dove visualizzano la scaletta che scende verso il WC MASCHI, ovviamente chiuso ormai da tanti anni. Questo è quel che visualizzano gli miei occhi impertinenti:

Peccato! Ma io, che ci posso fare? Al diavolo queste brutte visioni, adesso ho premura, si è fatto tardi…

Ma nel continuare la discesa non posso non vedere:

Finalmente arrivo alla mia auto, metto in moto e scappo via.

Peccato! È un vero peccato che il “salotto di Sciacca” si trovi immerso in un contesto così mal ridotto, penso tra me e me. Peccato che, nonostante gli sforzi visibili a tutti che la nuova amministrazione sta facendo per rendere la città più presentabile e vivibile, manchi quel minimo di programmazione che consenta di dare la dovuta priorità al decoro del “salotto della città”, praticamente a costo zero ma con molto buon senso… come ad esempio mettere una porta nuova per impedire l’accesso ad un immobile storico inagibile… coprire con una fitta rete la scaletta del WC inagibile… assicurare una pulizia quotidiana e accurata degli spazi adiacenti al “salotto”… ed ancora, facendo finalmente ripulire il basamento in marmo della statua.

Cose difficili? Sicuramente no, occorrono soltanto occhi buoni per saper vedere e tanto buon senso per saper capire cosa fare.

Un suggerimento, per concludere. Ho più volte scritto e anche richiesto ai sindaci della opportunità di coinvolgere nella salvaguardia del decoro e del verde pubblico quel potenziale di cittadini attivi che potrebbe essere possibile trovare e valorizzare tra i pensionati, in forme e modalità da definirsi. Non se n’è mai fatto nulla. Peccato!

Un pensiero su “QUEL DEGRADO CHE CIRCONDA IL SALOTTO DELLA MIA CITTÀ: CHE PECCATO!”

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