Abbiamo già scritto ieri come la conferenza stampa convocata dal commissario straordinario ASP, dr. Mario Zappia, sul Pronto Soccorso e Area di Emergenza dell’Ospedale di Sciacca, ci abbia lasciato francamente delusi, perché non è sembrata focalizzata a rappresentare ciò che si sta tentando di fare per migliorare la situazione, laddove ci siano margini di miglioramento. Il messaggio di fondo è sembrato piuttosto il seguente: in ambito provinciale avete qui a Sciacca il Pronto Soccorso meno problematico della provincia, tutto quel che c’era da fare lo abbiamo fatto o lo stiamo comunque facendo. Stop.

Sappiamo bene, veniva da rispondere, che c’è adesso un primario in gamba e di quanto sia ammirevole l’impegno e l’abnegazione del personale sanitario, costretto a lavorare in condizioni estremamente difficili se non proibitive. Ma i problemi ci sono e vorremmo che vengano in qualche modo affrontati, non solo in termini strutturali come si sta facendo con i lavori in corso e il temporaneo trasferimento dell’unità di emergenza nei locali della nefrologia.

Per questo, raccogliendo l’invito dello stesso manager della sanità agrigentina a non inasprire i toni, ci sembra pur tuttavia giusto e costruttivo evidenziare in questa sede, e a titolo del tutto esemplificativo, alcune problematiche che ci risulterebbero presenti oggi nell’Area di Emergenza dell’Ospedale di Sciacca, a seguito di una breve indagine effettuata da ServireSciacca presso chi quest’area strategica l’ha frequentata o la frequenta, perché ci lavora o perché ne è stato utente.

Innanzitutto il quantitativo inadeguato del personale sanitario, medico in particolare. Attualmente sono 8 medici più 1 specializzanda, a fronte di una previsione di pianta organica di 15 unità. Una conseguenza di ciò è che, spesso, è di turno un solo medico, situazione del tutto insostenibile nel periodo estivo quando il bacino di utenza della popolazione si raddoppia. Altra conseguenza, oltre si lunghi tempi di attesa, è il fatto che i malati provvisoriamente degenti e allettati presso tale unità operativa non possono essere adeguatamente assistiti, talvolta rimanendo forzatamente trascurati o abbandonati anche in caso di grave patologia. È stato fatto tutto il possibile per potenziare il numero dei medici? Il dr. Zappia ci dice di sì, ma ci risulta ad esempio che non sia stato esperito il tentativo di assunzioni a tempo determinato significativamente lungo, che consentirebbe trattamenti economici migliori e quindi più allettanti. Non ci risulta ad esempio che sia stata preso in considerazione di chiudere provvisoriamente uno o più altri reparti per potenziare con personale aggiuntivo il Pronto Soccorso in un periodo assai “caldo” come quello di luglio/agosto;

È mancato finora il vigilantes armato all’ingresso, in modo da garantire una situazione di sicurezza, indispensabile in una unità operativa che deve fare i conti troppo spesso anche con familiari esagitati;

È indispensabile che ci sia all’interno del Pronto Soccorso un clima e una modalità relazionale improntati accoglienza e all’empatia nei confronti di malati e dei loro familiari, che talvolta manca;

Si è rimasti per circa due settimane senza aria condizionata, in un momento in cui la temperatura esterna oscillava sui 40 gradi;

Sono migliorabili le sinergie con tutte le altre unità operative: così ad esempio non facilitano la funzionalità dell’area di emergenza i ricoveri programmati tramite pronto soccorso, che le consulenze richieste per i casi di urgenza si facciano in pronto soccorso, che i passaggi da unità operativa ad altra unità operativa avvengano tramite il pronto soccorso, e che si appoggino al pronto soccorso di Sciacca anche “casi” che potrebbero essere gestiti da altre unità operative o tranquillamente in altri ospedali;

Esistono 6 colori semaforici per contrassegnare il grado di urgenza, ad Agrigento sono 2 in meno; i codici bianchi a pagamento sono praticamente scomparsi diventando tutti verdi, con la conseguenza che così non si educa l’utenza a non ricorrere al Pronto Soccorso nelle situazioni in cui sia del tutto improprio

Possono essere troppo lunghi i tempi con cui viene fatta la TAC e diagnosticato l’ictus, che in assenza di emorragia deve essere inviato d’urgenza alla stroke unit (che Sciacca dovrebbe avere e non ha) di Agrigento o Trapani per essere sottoposto efficacemente alla terapia che evita la paralisi entro 6 ore dall’evento;

Pesa la mancanza di personale infermieristico adibito esclusivamente al “triage”;

Pesa l’impossibilita’ di consulenze neurologiche;

Si rende opportuna una rifunzionalizzazione, nella direzione di un particolare ambito altamente specialistico dell’Ospedale di Ribera, per poter così trasferire unità di personale sanitario e amministrativo presso l’ospedale di Sciacca, in primis nell’Area di Emergenza.

Un pensiero su “QUELLO CHE SAPPIAMO DEL “DELIRIO” ESTIVO NEL PRONTO SOCCORSO DI SCIACCA”
  1. Qualche anno fa sono caduta a Siracusa. Ovviamente sono andata al P.S.. Al triage mi hanno dato un braccialetto con un codice che indicava il colore del triage e con cui potevo seguire su un monitor posizionato nella sala, il tempo di attesa per entrare in visita (60 Min). Man mano andavo seguendo sul monitor la riduzione di questo tempo , così mi sono posizionata dietro la sala visita solo quando il “mio” tempo era di 5 Min. Anche se mi avevano specificato che se si fosse presentato un codice rosso, il tempo sarebbe nuovamente aumentato. Ovvio che questo riduce l’ansia.
    Non solo…..nel monitor si vedevano per altri codici le consulenze e i relativi tempi. Il familiare che fuori aspetta sa che il paziente è in radiologia e che serve un ‘ tot’ di tempo, poi ortopedia ecc ecc.
    So che altri ospedali della Sicilia hanno questo sistema. Perché non utilizzarli anche nei P.S. della nostra Asp?.

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