Dietro la notizia ufficiale potrebbe nascondersi un’amata realtà, molto più grave della ipotesi di reato a cui la notizia stessa fa riferimento.

Sto parlando dei decreti di sequestro penale preventivo emessi dal Gip del Tribunale di Sciacca, su ordine della Procura della Repubblica, ed eseguiti dal Nucleo Operativo Polizia Ambientale della Guardia Costiera di Sciacca su oltre mille metri quadrati di area demaniale, estesa su un fronte mare di 200 metri quadrati, sulla spiaggia di San Marco, utilizzata come estensione e pertinenze di abitazioni private. Quindici persone sono state denunciate con l’accusa di abusiva occupazione ed invasione di spazio demaniale marittimo, in violazione di specifici articoli del codice penale e del codice della navigazione.

Questa la notizia nuda e cruda. Sono andato sul posto e ho trovato conferma che alcune di queste abitazioni private, che secondo le autorità inquirenti si sarebbero “allungate” verso la spiaggia abusivamente su area demaniale, sono proprio quelle che interrompono il transito sulla via Ulisse, immediatamente a ridosso del primo stabilimento balneare Coco Loco. Stiamo parlando, per chi non lo avesse capito, di quella “interruzione” che ha sempre impedito di mettere in collegamento diretto i due tronconi di strada che costeggia l’arenile di San Marco, in via retta o consentendo almeno il collegamento di via Ulisse con via dei Sicani attraverso la via Penelope. Collegamento che consentirebbe di scendere a San Marco da una parte e risalire dall’altra con un senso unico.

A questo punto, facendo un ragionamento semplice e lineare, le ipotesi potrebbero essere solo due:

– la prima è che l’autorità giudiziaria inquirente sia in errore (può capitare…) e che i successivi e necessari approfondimenti in giudizio dimostrino che invece era tutto in regola;

– se tuttavia così non fosse, se ne deve dedurre, e questa sarebbe la “vera” notizia rilevante, che per decenni tutti gli amministratori e gli organi di controllo che si sono susseguiti nel tempo, in questa “repubblica che fa di nome Sciacca”, non si sono resi conto o non hanno voluto rendersi conto che la indispensabile viabilità in una delle due principali aree balneari cittadine era gravemente compromessa e addirittura impedita da un’occupazione abusiva di area demaniale.

Attenzione, non sto parlando di un “abusivismo qualsiasi”, ma di un qualcosa sotto gli occhi di tutti e che sarebbe stato la causa di una grave problematica di viabilità, che da tantissimi anni è al centro di discussioni e quindi di pubblica attenzione.

Se quindi l’ipotesi di reato dovesse trovare conferma, la notizia vera sarà ben diversa: tutte le autorità cittadine che si sono succedute nel tempo sono state cieche, sorde e mute.

Staremo a vedere il seguito.

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