Dobbiamo andare in spiaggia e allora scartiamo le località più vicine al centro per i problemi descritti nella prima puntata di questo articolo.

Procediamo allora verso ovest e percorriamo una strada con un limite di velocità difficilmente rispettabile (sembra di camminare a passo d’uomo) di 30 km all’ora. Infatti non lo rispetta quasi nessuno per non rischiare di essere tamponati, e non certo causa covid… Non sarebbe meglio disporre il limite usuale per i centri abitati di 50 km l’ora e poi sanzionare di frequente chi non lo rispetta?

Necessario sarebbe poi rifare la linea di mezzeria, fondamentale per la sicurezza, ma la squadra segnaletica del comune di Sciacca dicono abbia un organico risicatissimo e non può provvedere a ridisegnare lunghi tratti.

Si giunge così a Renella, una bella insenatura, con una piccola spiaggia ed una conformazione del territorio che difficilmente si presta alla realizzazione di parcheggi.

Meriterebbe sicuramente una sistemazione la strada panoramica che sale sul promontorio di Capo S. Marco e conduce alla spiaggia omonima, una alternativa al ritorno sulla strada principale, uno dei luoghi più belli di Sciacca non molto frequentato, e forse anche poco conosciuto.

La spiaggia di S. Marco-Maragani è lunga e abbastanza larga. I problemi cominciano, però, con le strade di accesso, quasi tutte private e quasi tutte cedute all’uso pubblico, ma mai passate in proprietà al Comune con problematiche conseguenti che annualmente su presentano lunghe ed estenuanti, anche per effettuare qualche lavoretto di indispensabile sistemazione. Qualcuna di queste strade, utilizzata per uso pubblico, non è stata mai nemmeno ceduta. Urge un piano di recupero urbanistico, ovviamente dipendente dall’entrata in vigore del Piano di utilizzo del demanio marittimo, perché in mancanza i problemi burocratici sarebbero quasi insuperabili.

Inutile farsi illusioni, la situazione attuale dell’edificazione in zona non consente il mega lungo-mare di San Marco che molti sciacchitani sognano, ma sarebbe giàsufficiente acquisire alla proprietà comunale le strade di accesso, sistemarle convenientemente e adibire a parcheggio, senza ricorso ad asfalto, le aeree inedificate prospicienti i due spezzoni di strade che costeggiano la spiaggia, tentando in qualche modo, anche precario ma migliore dell’attuale, di unirle.

Da sistemare senza muraglioni in cemento armato, ma con soluzioni che rispettino l’ambiente e non acuiscano l’effetto erosione delle mareggiate, il dislivello fra le strade e la spiaggia, realizzando adeguati accessi alla spiaggia. Attualmente esistono solo quelli degli stabilimenti balneari.

E se invece si volesse andare ad est del centro abitato?

Anche qui non mancano di certo le belle spiagge. Si potrebbe iniziare recuperando alla balneazione la zona dell’ex fornace e dare una sistemata a parcheggio al terreno prospiciente la spiaggia di Sovareto, che attualmente è assai malamente sistemato, mentre sarebbe di difficile realizzazione un allargamento della strada di accesso, che potrebbe comunque essere resa almeno più agevolmente percorribile.

Discreta la situazione di Timpi Russi, dovec’è un’ampia strada nei pressi della spiaggia, ma l’estensione limitata del litorale, chiuso da un magnifico promontorio, non consente la presenza di grandi numeri di bagnanti.

Tanto lavoro, invece, da fare a S. Giorgio, dove manca tutto, proprio tutto: le strade di accesso, una “passeggiata” che costeggi per intero la spiaggia e le aere di parcheggio. Qui la necessità di un piano straordinario di recupero è assolutamente evidente.

Come si può quindi constatare, attualmente Sciacca – pur con chilometri di spiagge ed un bel mare, famoso almeno in Europa per la qualità del pesce (“A Sciacca pesce buono” – te lo senti ripetere dovunque) – presenta una situazione di fruizione degli arenili a dir poco precaria, che viene affrontata quotidianamente da tanta gente,sciacchitani e turisti, perché qualche disagio si può pure anche affrontare quando poi si arriva in località incantevoli e si può senz’altro godere di una piacevole giornata al mare.

Ma nella nostra stessa Sicilia ci sono tratto di costa ugualmente belli e assai più facilmente raggiungibili oltre che meglio attrezzati. Molto quindi si può e si deve fare, ma niente è facile né di semplice attuazione, soprattutto quando nessuno lo ha fatto da almeno un cinquantennio.

Ma dal “2022 al 2032” si potrebbe anche tentare… con una buona di convinzione, di buon senso e di progettazione.

NON È UN PAESE PER BAGNANTI… 1^ puntata

DiRENATO MODICA

 LUG 12, 2022

Uno degli slogan più riusciti della candidatura Termine, durante la recente campagna elettorale, è stato sicuramente il leitmotiv (volevo evitare l’anglicismo, ma devo ammettere che stavolta gli equivalenti italiani risultano meno efficaci e più ridondanti): “E’ già domani…2022-2032”. Sembrerebbe un voler mettere le mani avanti, del tipo “resteremo dieci anni”, “non vi liberete facilmente di noi” ed invece è un saggio, onesto e realistico prendere atto che i problemi di Sciacca sono tanti e tali che si può seriamente tentare di risolverli solo in un arco temporale sufficientemente ampio e non certo a colpi di presunte bacchette magiche. Uno di questi problemi è sicuramente la situazione delle località balneari, degli accessi a mare e dei relativi parcheggi. Sul punto bisogna fare una necessaria premessa. Non si potrà dar mano ad efficaci piani di ricupero e ad una razionale sistemazione urbanistica delle coste saccensi se non sarà approvato e non sarà vigente il Piano di utilizzo del demanio marittimo, per la redazione del quale l’Amministrazione uscente ha dato incarico ad un professionista esterno. IL PUDM, per ricorrere all’acronimo stavolta impronunciabile, è uno strumento urbanistico che tende a spostare la competenza sul demanio e sulle spiagge dalla Regione e dal Demanio marittimo al Comune. C’è da augurarsi, restando in tema, che anche questo strumento come tanti altri non si areni sulle secche della burocrazia regionale, quasi sempre contorta e involuta. Sciacca cittadina balneare, si legge nei depliant turistici. Ma anche ad un esame superficiale esame si nota subito che non è affatto una “Città per bagnanti”. La situazione delle numerose, bellissime spiagge e località di mare è infatti semplicemente disastrosa. La nostra è una città a strapiombo sul mare, una città che ha il mare negli occhi, ma… per fare un bagno si devono necessariamente fare chilometri, per non trovare poi nemmeno ilconfort di strade adeguate, di comodi accessi e di agevoli possibilità di parcheggio. La splendida zona sottostante le Terme, fra l’altro facilmente collegabile all’albergo termale se mai dovesse tornare in funzione, ormai da tempo immemorabile è interdetta la balneazione. Si deve infatti andare alla ricerca di qualche sempre più raro ultra novantenne per sentir raccontare di meravigliose nuotate e tuffi a Cammordino. Poi sono sopraggiunti i problemi di inquinamento, non risolti nemmeno a seguito dell’entrata in funzione del depuratore L. E poi la tipica borgata dello Stazzone, molto vicina al centro città, un tempo la località balneare più frequentata di Sciacca, ma con la spiaggia che è stata poi praticamente azzerata dall’erosione marina. La successiva collocazione di frangiflutti non ha bloccato il fenomeno, anzi per certi versi lo ha acuito. E poi l’inquinamento, anche qui. Dopo l’entrata in funzione del depuratore, urgerebbero nuove analisi ufficiali e una più ristretta delimitazione delle zone interdette alla balneazione. Stesso discorso per quello che una volta era il magnifico “Lido salus”. La spiaggia qui non è stata fortunatamente stravolta dall’erosione, ma vige un ormai antico divieto di balneazione che andrebbe sicuramente rivisto, sempre a seguito dell’entrata in funzione del depuratore e di ulteriori fattori sopravvenuto. Restano però i problemi della strada di accesso, quella via al Lido che dovrebbe essere una della più belle e panoramiche strade di Sciacca, ma non è stata mai oggetto, a memoria d’uomo, di lavori di seria sistemazione e subisce il continuo degrado causato dalla inadeguatezza del sistema fognario del popoloso quartiere sovrastante della Perriera. Per non parlare poi dei parcheggi e degli accessi al mare, di difficile realizzazione. Quelli che ci sono però dovrebbero essere adeguatamente manutenzionati. Qualcosa potrebbe farsi anche sistemando la sottostante via Ferdinandea, che non ha mai avuto la buona sorte di diventare una vera e propria arteria stradale comunale. Analogo discorso alla Tonnara, località nella quale i frangiflutti hanno funzionato egregiamente, allargando notevolmente l’arenile, ma che presenta condizioni di accesso e di parcheggio quasi impossibili. Si potrebbero ad esempio adibire a parcheggio un terreno privato posto a destra della strada principale di accesso, rimasto inedificato e poi, sistemando la strada che costeggia la spiaggia, lo spazio appartenente all’Istituto alberghiero, un tempo adibito a improvvisato campo di calcio. Continuando in direzione ovest ci si imbatte nella località Foggia, caratterizzata da una stretta strada di accesso che, causa le ricorrenti alluvioni, è stata privata del piccolo ponte che la collegava con la parte più estrema, consentendo una più agevole uscita ed evitando l’attuale configurazione di strada senza sbocco. Un vasto terreno demaniale posto all’inizio della località Foggia, se convenientemente sistemato e non necessariamente asfaltato – potrebbe consentire una comoda possibilità di parcheggio.

Fine della prima puntata

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