
Il Comitato Civico Patrimonio Termale di Sciacca va all’attacco contro il disegno di legge che domani va all’esame dell’ARS per l’approvazione nel testo predisposto dalla IV Commissione dell’ARS presieduta dall’on.le Giusy Savarino. Lo fa con un documento elaborato da un ristretto gruppo di lavoro del Comitato stesso, che ha preso in approfondito esame il testo del citato disegno di legge mettendolo sotto la lente di osservazione della normativa nazionale. Tale documento è stato inviato in via di urgenza tutti i capi gruppo delle forze politiche presenti in assemblea regionale, e in primis alla principale forza politica di opposizione (il PD) per le valutazioni e considerazioni del caso.
A conclusione di questo articolo il lettore interessato potrà prendere visione dell’intero documento, con tutte le obiezioni ed osservazioni in esso contenute. In premessa vengono richiamate i 5 rilievi già espressamente dichiarati da FEDERTERME, peraltro assai critici, fino ad arrivare ad esprimere da parte del suo presidente, Massimo Caputi, ” la più viva preoccupazione e quella di tutti gli imprenditori termali siciliani, per le pesanti ricadute che se approvato nel testo proposto la legge in questione produrrebbe sul termalismo siciliano portandolo alla paralisi nel giro di poco,” senza contare che “ad avviso della stessa FEDERTERME sarebbe bloccata ogni possibilità di sviluppo delle Terme in Sicilia, incluse Sciacca ed Acireale, allontanando in modo definitivo qualunque investitore dal comparto”. Al Comitato Civico sembra particolarmente rilevante, tra le altre, l’obiezione concernente il fatto che l’impianto normativo in proposta non tiene conto di quanto previsto dall’art. 1, commi 1094 e 1095, della Legge nazionale 27 dicembre 2017 n. 205, che esclude dall’ambito di applicazione della c.d. “Direttiva Bolkstein” (di cui al decreto legislativo 59/2010) le concessioni per acque termali.
Il Comitato Civico sostiene poi, tra l’altro, che Il complessivo impianto normativo in proposta appare formulato in modo molto generico e approssimativo, privo di un filo conduttore chiaro e lineare, con utilizzo di parole, espressioni e definizioni sovente non corrette, tale da far seriamente temere che invece di “promuovere le varie componenti del settore termale” possa una volta approvato diventare esso stesso una causa di ulteriore difficoltà per il rilancio del settore. A tal proposito il Comitato Civico ritiene ad esempio illuminante il confronto con il testo della Legge regionale del Veneto 10/10/1989 nr. 40 “Disciplina della Ricerca, Coltivazione e Utilizzo delle Acque Minerali e Termali” che, al contrario di quello in proposta presso l’assemblea regionale siciliana, appare assai chiaro, molto più specifico e puntuale nella regolamentazione del diversi aspetti della materia termale e sicuramente più facilitante nella smussatura di tutte quelle incombenze amministrative e burocratiche che possono appesantire lo sviluppo di un comparto economico di importanza strategica.
Un’altra osservazione riguarda il fatto che nel testo normativo in proposta viene sistematicamente omessa una specifica e ben definita indicazione riferita a fanghi e delle stufe naturali e artificiali (secondo la declatoria utilizzata dalla legge 947/1916) ovvero a fanghi, sia naturali sia artificialmente preparati, muffe e simili, vapori e nebulizzazioni, stufe naturali e artificiali (secondo la declatoria utilizzata dalla legge 24 ottobre 2000 n. 323): ciò appare al Comitato come una evidente anomalia ed omissione, essendo comprese nel complesso termale di Sciacca le grotte vaporose del Monte Kronio, fenomeno termale unico al mondo.
Il documento, firmato da Nino Porrello e Franco Zammuto, si conclude esprimendo il timore che la stesura del disegno di legge sia stata effettuata in tutta fretta, con una accelerazione per l’esame in aula che può averne compromesso la qualità dei contenuti in funzione del dichiarato obiettivo di “introdurre nella legislazione regionale un moderno ed attuale corpus normativo anche con l’intento di promuovere le varie componenti del settore”. Per questo Comitato Civico Patrimonio Termale ne richiederne il ritorno in Commissione, al fine di poter compiere le opportune riflessioni, i dovuti approfondimenti e pervenire a un impianto legislativo più chiaro, esauriente e più esattamente finalizzato allo scopo.
Fin qui la presa di posizione ufficiale (cfr. a seguire l’intero documento). Uno dei suoi firmatari, Nino Porrello, ha dichiarato a ServireSciacca: “I fatti rafforzano purtroppo la nostra convinzione che il governo Musumeci stia mettendo in atto un’operazione di carattere puramente elettorale, dietro alla quale non c’è alcun serio e concreto tentativo di rilanciare il termalismo: la pubblicazione di un presunto piano-economico finanziario che tale in realtà non è, trattandosi soltanto di una ricognizione-descrizione del patrimonio termale, piena peraltro di punti interrogativi, e la stesura in tutta fretta di un disegno di legge di riordino del settore a dir poco confusionario e del tutto inadeguato secondo la stessa Federterme la dicono lunga in questo senso”.