Sembra assurdo, ma è la tristissima realtà.

Accade che persone anziane e fragili, non deambulanti, che necessitano della terza dose domiciliare, non sono stati ancora vaccinati dopo oltre due mesi dalla scadenza dei sei mesi trascorsi dalla seconda dose, perché il sistema non funziona.

E così mentre iniziano a fare il terzo richiamo anche i bambini, nostri padri e nostri nonni altamente fragili ne restano forzatamente privi.

Abbiamo cercato di capirne e saperne di più, con l’aiuto anche del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva-Sciacca.

Ricostruiamo quindi quella che è la storia reale di uno dei casi esaminati.

Innanzitutto non ha funzionato allo scopo, senza alcun avviso per gli utenti ignari, il portale web della Regione siciliana (www.siciliacoronavirus.it), attraverso il quale erano stati in molti a prenotare le prime due dosi, ricevendole poi regolarmente a domicilio: il caso che abbiamo esaminato aveva effettuato ben due prenotazioni (di cui una da parte del medico di base) ma nessuna segnalazione è pervenuta da Agrigento all’Ufficio Vaccinazione di Sciacca, che, si scoprirà dopo, è quello che si occupa delle vaccinazioni a domicilio.

Dopo oltre un mese di inutile attesa i familiari chiamano i numeri di pubblica informazione (il 1500 e il numero verde per la Sicilia 800009966) che non si dimostrano in grado di fornire valide informazioni, limitandosi ad ipotizzare che per la terza dose la prenotazione telematica potesse non funzionare e a suggerire di chiamare l’ASP.

Si arriva così all’Hub vaccinale, dove qualcuno aiuta i familiari del nostro soggetto fragile prendendone il nominativo su un foglietto volante, del quale tuttavia non viene riferito dove andrà a finire.

Passano ancora alcuni giorni, si viene a sapere che la vaccinazione domiciliare possono farla anche i medici di base e allora ecco che i nostri vanno all’assalto del proprio medico di base.

Dopo qualche incertezza lo stessi conferma che sì, la possibilità c’è davvero, ma per fare una terza dose di Moderna deve prima mettere in lista 30 pazienti bisognosi di domiciliare, e non è cosa facile.

Ma perché il tuo medico di base ti avrà parlato solo di Moderna? Poco dopo infatti verrai a scoprire che potrebbe essere fatto anche il Pifitzer.

Ma continuiamo. Finalmente i familiari del nostro anziano, fragile e non deambulante, arrivano al sospirato traguardo, l’ufficio vaccinazioni che ha ricevuto quel foglietto scritto a mano.

Ed è qui che scopri l’amara realtà dell’ASP agrigentina, ossia che in tutto il territorio del distretto di Sciacca e Ribera (che comprende anche i comuni di Caltabellotta, Menfi, Santa Margherita e compagnia cantando) per le vaccinazioni domiciliari operano soltanto 1 medico e 1 amministrativo, a cui l’ASP ha recentemente ridotto l’orario settimanale da 36 a 18 ore.

Per le vaccinazioni domiciliari dei soggetti più fragili, anziani e non deambulanti, ci sono solo la miseria di 18 ore settimanali di un solo medico e di un solo amministrativo, perché i due devono andare insieme.

Questo l’esito e il racconto delle nostra verifica sul delicato argomento.

Il contenimento dei costi, anzi la riduzione dei costi, viene evidentemente applicato anche sulla pelle di persone fragili e disabili, che non possono difendersi.

Ma, mi chiedo, ci sarà mai nell’ambito della sanità pubblica qualcuno che sia chiamato a rispondere per ciò di cui sia realmente responsabile?

Un pensiero su “L’ASP DI AGRIGENTO LASCIA SENZA TERZA DOSE DI VACCINO ANZIANI FRAGILI E DISABILI PER CARENZA DI PERSONALE MEDICO E AMMINISTRATIVO.”
  1. Credo che bisogna scrivere di questo caso alle televisioni nazionali. È talmente grave questa ricostruzione che le TV locali ed i giornali di zona non siano sufficienti. Le vergogne siciliane meritano (ancora una volta, purtroppo) un’eco nazionale

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