In relazione al mio impegno in seno al Comitato Civico Patrimonio Termale mi è capitato spesso di sentirmi rivolgere questa domanda: ma secondo te per quale motivo il problema delle Terme di Sciacca (così come di Acireale…) non riesce a trovare una soluzione?

La risposta non è affatto semplice, anche perché la stessa domanda l’ho innanzitutto rivolta a me stesso.

Ho sempre pensato che il motivo non sia solo quello generico della mancanza di una concreta volontà politica, che già di per sé basta e avanza.

Ho sempre pensato che ci sia anche un motivo più specifico, di capacità.

La classe dirigenziale regionale, quella passata e quella presente, non ha in sé la capacità per affrontare e risolvere una questione dai connotati sicuramente complessi come quella della riapertura e rilancio del termalismo siciliano, nella quale si richiede sicuramente una elevata competenza, anche tecnica. E’ una classe dirigenziale a dir poco modesta, frutto di decenni di assunzioni clientelari, del tutto asservita a logiche che nulla hanno a che fare con efficienza e meritocrazia.

La conferma definitiva che questo non fosse un pensiero sbagliato mi è arrivata ieri, leggendo l’articolo che vedete in foto: su 31 progetti che la Sicilia ha presentato a Roma per l’utilizzo dei fondi del PNRR ne sono stati rifiutati 31. Congiura antimeridionalistica? Niente di tutto questo: semplicemente i progetti non presentavano i criteri indicati dal bando. E, come se ciò non bastasse, gli ulteriori 30 progetti presentati (31+30=61) sono stati tutti rigettati perché 29 non incasellati nel bando corretto del PNRR e 1 non indicante la fonte di finanziamento. Insomma, un autentico disastro, 61/61 tutti rimandati indietro, un danno incalcolabile per l’intera Sicilia a causa di una sequela di errori indicibili, che in qualunque ambito in cui esistesse ancora qualcosa che si chiama “dignità” avrebbe comportato dimissioni a catena e un moto di protesta popolare. Ma qui, in terra di Sicilia, nulla di tutto questo.

Tornando al termalismo siciliano, c’è da dire che la giunta Musumeci regionale lo aveva già escluso, con autentica “lungimiranza”, dagli ambiti prescelti per essere finanziati con le risorse europee del Recovery Plan.

Ma allora, in conclusione, come si può anche solo pensare che una classe dirigenziale regionale, politica e amministrativa, che riesce a farsi respingere 61 progetti su 61, perché fatti male, possa avere la capacità di progettare e realizzare la rinascita del termalismo siciliano, ossia di un preziosissimo valore aggiunto a quel turismo che dovrebbe rappresentare la nostra maggior risorsa economica?

La risposta a questa domanda è nelle migliaia di giovani, le possibili miglior risorse di questa nostra terra, che lasciano la Sicilia ed emigrano per trovare un lavoro.

Nonostante ci fosse stato detto che la Sicilia “Diventerà bellissima”.

Un pensiero su “IL TERMALISMO SICILIANO ANCH’ESSO VITTIMA DI INCAPACITÀ E INCOMPETENZA”

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