La decisione della sindaca di Sciacca di marciare a piedi su Palermo per le Terme diventa ogni giorno di più un sipario che si apre sul palcoscenico della politica, un palcoscenico sul quale ogni attore recita a soggetto a conferma che neanche la tematica termale riesce a riunire la città intorno a un copione unitario.

Gli ultimi attori a entrare in scena sono stati l’ex sindaco Ignazio Messina e i consiglieri di opposizione, con interventi che offrono lo spunto per alcune considerazioni.

Una doverosa premessa. Forse mi ritrovo nei panni un po’ scomodi di apparire l’avvocato difensore (non richiesto) di Francesca Valenti, nei confronti della quale questo Blog giornalistico è stato sempre tutt’altro che tenero circa le condizioni di generale degrado in cui versa la nostra città.

Tuttavia, essendo convinto della giustezza delle ragioni che hanno motivato questa Marcia su Palermo per le Terme, mi sembra giusto rinviare eventuali appunti critici e rilievi al post Marcia e nello stesso tempi evidenziare le contraddizioni di chi in maniera più o meno esplicita si schiera contro l’iniziativa della sindaca, e molti lo stanno facendo anche con il silenzio, attualizzando così quel meccanismo dei Perollo e Luna così caro alla città di Sciacca.

L’intervento di Ignazio Messina, intervistato da Giuseppe Pantano su Risoluto, può come al solito considerarsi un capolavoro di dialettica politica.

Il nostro ex sindaco e parlamentare ha superato sé stesso, e alla fine dell’intervista ho pensato che financo uno come Matteo Renzi potrebbe prendere lezioni da lui. Questa volta però il compito non era difficile, perché parlar male della Regione (comunque senza mai nominare Musumeci o Armao…) e dell’amministrazione comunale di Sciacca è un po’ come sparare sulla Croce Rossa, ma tant’è, Messina è stato ugualmente come quel fuoriclasse che ci fa vedere numeri straordinari anche in una partitella di allenamento.

Quando tuttavia rielabori quel che Messina ha detto, qualche incongruenza viene fuori.

Come quella, ad effetto, che il Comune di Sciacca e per esso la Sindaca avrebbe dovuto emettere il bando per la concessione della gestione a privati del complesso termale in forza del contratto con cui la Regione aveva nel 2017 concesso in affidamento al Comune il patrimonio immobiliare termale.

L’On.le Messina in realtà sa benissimo, essendo avvocato, che sotto il profilo giuridico quel contratto non è mai divenuto interamente esecutivo, e per questo motivo anche volendo (e non lo voleva…) il Comune di Sciacca non avrebbe potuto emettere alcun bando contro la volontà della Regione.

L’ex sindaco sostiene inoltre che la marcia a piedi decisa da Francesca Valenti ha un mero valore propagandistico e che la sindaca farebbe bene ad andare a piedi in giro per la città a toccarne con mano le condizioni, piuttosto che marciare a piedi su Palermo. Sulla prima parte del discorso sarei anche d’accordo, ma non certo sulla seconda. Ignazio Messina ha sempre amato i gesti ad effetto, quelli che producono risonanza mediatica, ma questa volta cambia idea: a lui appare decisamente inopportuno che la sindaca abbia deciso di proporre una Marcia a piedi di quattro giorni, e ciò nonostante un decennio e oltre di abbandono del patrimonio termale da parte della Regione, nonostante un documento politico sottoscritto dalla sua stessa associazione insieme alla sindaca, ai deputati regionali e nazionali e a tutte le altre forze politiche e sociali, nel quale si richiedeva al presidente della regione un confronto con il territorio sul destino delle terme e al quale Musumeci non si è neanche degnato di rispondere.

Niente, per l’ex sindaco l’attuale sindaca deve continuare a NON pensare alle Terme, come ha già fatto nei primi quattro anni del suo mandato, per lei quindi non deve valere il “meglio tardi che mai”.

E passiamo adesso alla presa di posizione degli ex consiglieri comunali di opposizione Bono, Milioti, Caracappa, Bentivegna, Monte, Mandracchia, Maglienti e Cognata.

Sono gli stessi che hanno sottoscritto, con la delibera unanime del consiglio comunale, quel documento pieno di contestazioni contro la Regione e con la richiesta di incontro a Musumeci, che il Presidente ha lasciato senza risposte.

Anche la loro presa di posizione è un piccolo capolavoro di diplomazia politica, perché non dichiarano in maniera esplicita alcun NO alla Marcia su Palermo. In premessa dicono però che “la politica e chi ci amministra dovrebbe lavorare per trovare soluzioni e non per proporre gesti eclatanti”. Se non è zuppa è pan bagnato si direbbe, quindi a loro il gesto eclatante non piace . Gli ex consiglieri comunali sostengono poi che “non si possono proporre in autonomia iniziative di questo genere, facendole passare come civiche sebbene chiaramente sponsorizzate dal PD e dai suoi autorevoli esponenti e mettere di fronte al fatto compiuto tutti gli altri ed anzi provare a demonizzare quanti intendono esprimere un diverso punto di vista, qualificandoli come contrari alla rinascita e alla ripartenza, nemici della collaborazione nell’interesse della città”.

Ammettendo per un momento che tutto quanto sostenuto dagli ex consiglieri d’opposizione sia rispondente a verità, mi chiedo: non è del tutto normale che un sindaco del PD si faccia supportare da esponenti del PD nel pensare e organizzare un gesto eclatante? Se tutte le forze politiche vi partecipassero, in nome di quella unità che tutti invocano quando si parla di terme, l’aspetto della presunta “sponsorizzazione” non passerebbe in secondo piano? Se anche la sindaca avesse agito con eccesso di autonomia e senza un reale coinvolgimento dell’opposizione, non si poteva rinviare questa critica a un momento successivo e di verifica, invece di andare ad ingrossare la schiera di chi dice NO all’iniziativa della sindaca.?

Insomma siamo alle solite, a Sciacca non si riescono ad evitare i fronti contrapposti neanche in una materia in cui tutti, a parole, son bravi a dire che non ci dovrebbero essere divisioni, in cui solo l’unione potrebbe dar forza alla città.

Ognuno ha le sue ragioni, giuste o sbagliate che siano, ma nessuno è disposto a rinunciare al ruolo abituale di essere “contro”, di voler essere protagonista, di voler essere più furbo dell’altro.

Io so soltanto che ci sarò, pur avendo magari tante critiche da fare, ma è la prima volta che la città ha la possibilità, con “un gesto eclatante”, di far sentire la propria voce contro una Regione che la sta privando del suo bene di maggior valore. Per questo e anche solo per questo io ci sarò!

P.S. Ignazio Messina ha detto di conoscere primari imprenditori nazionali ed esteri che vorrebbero prendersi in gestione il complesso termale di Sciacca, solo che la Regione apporti alcune modifiche al bando di gara. Bene, forse la Regione ha trovato quel famoso “Advidor” che abbiamo sempre reclamato a gran voce!

Un pensiero su “LA MARCIA SU PALERMO, UN SIPARIO CHE SI APRE SUL PALCOSCENICO DELLA POLITICA SCIACCHITANA”

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